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Archivio per il Tag »Fassino«

→  febbraio 15, 2007


di Mattia Feltri

Nel nuovo libro di Andrea Romano la parabola di tre ex ragazzi tra divisioni e ripensamenti. Come quello di Veltroni che da giovane criticava il kennedismo e inneggiava a Mao
Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso», scrive Andrea Romano a proposito di Massimo D’Alema, Piero Fassino e Walter Veltroni, e citando il poeta – cioè Vasco Rossi – che per il cognome, da un certo punto in poi, è l’elemento più ortodosso rimasto in campo. Nella sua ribalderia, Romano ha perlomeno la grazia di omettere il verso successivo: «Ognuno in fondo perso dentro i c… suoi».

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→  marzo 27, 2005

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Fassino e Bush, non chiamatelo strappo

Per favore, non chiamatelo strappo. Importante, sorprendente, coraggioso, controverso: ciascuno lo chiami come vuole, ma non strappo. Strappo sarebbe stato dire di sì a chi voleva presentare almeno una mozione sul rifinanziamento della nostra missione in Iraq, e si sarebbe accontentato anche di meno di quello che il segretario Ds ha detto a «La Stampa».

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→  febbraio 6, 2005

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Il taccuino del delegato

4 febbraio 2005
Sarà questo l’ultimo congresso di Piero Fassino quale segretario dei DS, si era chiesto il Riformista in un editoriale di pochi giorni fa, riuscirà cioè a realizzare la federazione del centro sinistra?

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→  febbraio 4, 2005

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Caro Piero, Prodi sulla Rai l’ha detta giusta e io aggiungo

Smettiamola di parlare ossessivamente di Berlusconi, occupiamoci di politiche concrete per vincere. La scelta congressuale di Fassino è più che condivisibile. Invece di continuare a spender parole sui mali del berlusconismo, il «solido timone riformista» evocato da Fassino si affermerà quanto più parlerà anche ai non già convinti e ai disillusi. E non si vien meno a questo precetto, parlando di Rai e Tv, un settore che identifica l’interesse concreto rimario di Berlusconi, e su cui al contempo il centrosinistra si è spesso diviso.

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→  marzo 1, 2004

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Piero Fassino parlando sabato a Torino al convegno dei DS sul lavoro, ha buttato là una frasetta per indicare come esempi positivi altri paesi europei in cui il prelievo fiscale giunge sino al 45 del pil.

Piero Fassino parlando sabato a Torino al convegno dei DS sul lavoro, ha buttato là una frasetta per indicare come esempi positivi altri paesi europei in cui il prelievo fiscale giunge sino al 45 del pil. Più di due punti rispetto alla soglia attuale: più tasse, dunque, come aveva proposto Giovanna Melandri insieme a esponenti del “Correntone”. Non ha formalizzato la proposta, e tuttavia la logica dell’intero discorso è più risorse per “più Stato e più welfare”. Una proposta indubbiamente impopolare.

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→  maggio 16, 2003


Il non voto? Un sollievo per tutti

Annunciando che non andrà votare per il referendum, Sergio Cofferati ha reso tutti contenti.
Le piccole imprese con meno di quindici addetti. Ha reso contenti i loro proprietari ma anche i loro dipendenti, almeno quelli che avevano capito che invece di tutele reali, il referendum promette norme pensate per le grandi imprese, un diritto astratto, non agibile in ambienti sovente famigliari.

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