→ Iscriviti
→  febbraio 18, 2011


di Francesco Forte

1. Il 30 Aprile 1993, davanti all’Hotel Raphael, il popolo viola d’allora lanciò un cesto di monetine contro Bettino Craxi, il pentapartito e la prima Repubblica. Era l’inizio dell’operazione giustizialista, a cui è seguita la cannibalizzazione e la svendita della maggior parte dell’apparato di grandi imprese italiane. Il gruppo Ferruzzi, Montedison Finsider, Italtel, T SME, Enichem, mentre Olivetti fu svuotata come impresa elettronica e trasformata in compagnia di telefonia cellulare e Telecom Italia, oggetto di scalate successive, non assumeva il ruolo di avanguardia tecnologica che, come campione nazionale, avrebbe potuto avere. Era stato, così, colpito il motore della crescita industriale italiana. L’apparato bancario imprigionato nella nuova gabbia delle Fondazioni bancarie risultava inadeguato alle funzioni di sostegno all’ investimento delle imprese sul mercato internazionale.

leggi il resto ›

→  febbraio 8, 2011


La patrimoniale sembra, per il momento, respinta: quella “vera”, cioè l’operazione di finanza straordinaria, per tagliare con una botta secca lo stock del debito, non quella dello stesso nome, ma di finanza ordinaria, per modificare la composizione del flusso delle imposte, tassando anche il patrimonio oltre il reddito, in costanza (si vuol sperare) di pressione fiscale. Anche se sul Sole 24 Ore di domenica scorsa Giuliano Amato è tornato a parlarne e la scorsa settimana anche Pellegrino Capaldo è intervenuto di nuovo sul tema con una lettera sul Corriere della Sera.

leggi il resto ›

→  gennaio 29, 2011


Strategia in tre mosse contro una proposta indecente.

1. Rifiutare paragoni impropri. La proposta deve essere isolata perché appaia in tutta la sua oscenità. Non ha nessuna parentela con sistemi fiscali, presenti in molti paesi, che tassano sia il reddito che il patrimonio. Non ha nulla a che vedere con la patrimoniale notturna di Amato del 1992, che, a parte la dimensione del prelievo, fu varata quando il rischio di bancarotta incombeva su Governo e istituzioni. E neppure con l’Eurotassa, di cui era stata promessa la restituzione: questa arrivò, ma in misura che, conteggiando interessi e svalutazione, non raggiunse il 50%, e quindi serve a dimostrare ancora un volta che non ci si deve fidare dei governi: mai e di nessuno.

leggi il resto ›

→  novembre 6, 2010



Il “debt clock” dell’Istituto Bruno Leoni, che vede l’orologio muoversi in avanti al ritmo di 2700 e rotti euro al secondo, mi ha fatto ricordare quello che dicevano sul debito pubblico alcuni grandi pensatori del passato. Ne voglio citare solo due.

leggi il resto ›

→  novembre 2, 2010


da Peccati Capitali

Un conto è saperlo, un conto è vederlo. Che noi abbiamo un imponente debito pubblico, lo sanno tutti: ma vederlo aumentare con i propri occhi, secondo dopo secondo, fa impressione. Andate sul sito www.brunoleoni.it e…tenetevi forte: su un contatore digitale c’è un numero tanto lungo che si fa fatica a leggerlo, con le ultime cifre che si aggiornano in continuazione: 2.735 € al secondo, 164.112 al minuto, 10 milioni all’ora, 236 milioni al giorno. Inesorabile, inarrestabile.

leggi il resto ›

→  ottobre 21, 2010

Le solite cose da fare per la prosperità e che non si fanno

Lettera al direttore

Caro Direttore,

“vendere con intelligenza”, ammonisce Luigi Zanda. Vendere con un obbiettivo, vorrei precisare: che non è il 120% (stock del debito), ma il 2% (tasso di crescita reale). Per ridurre il debito c’è solo la crescita. Con un tasso del 2% reale all’anno e un bilancio in pareggio negli anni normali, il debito va a posto, anno dopo anno: non c’è fretta, nessuno attacca un Paese che marcia su quella strada.

leggi il resto ›