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→  settembre 17, 2016


La commissione-esattrice e il sogno di riformare il fisco americano brandendo la mela

Un miliardo! Tanti sono gli iPhone venduti nel mondo da quel 2007 in cui Steve Jobs ne lanciò la prima versione. Quando sullo schermo del Keynote Apple a San Francisco dove il suo successore Tim Cook ne presentava la settima versione sono apparse quelle dieci cifre, credo che nessuno, né tra quelli che applaudivano in sala né tra quelli che seguivano l’evento in streaming sul proprio computer, abbia avuto il minimo dubbio su dove sia nata l’idea, dove si sia realizzato il prodotto, quale sia stato il centro che ha attratto nella sua orbita migliaia e migliaia di applicazioni, chi ci sia stato dietro il succedersi dei perfezionamenti di un oggetto che ha cambiato il nostro modo di comunicare, di lavorare, di rapportarci agli altri. E quindi dove si realizzi l’alchimia che trasforma scatolotti di metallo, plastica ed elettronica, comperati in giro per il mondo e assemblati in Cina per pochi dollari, in prodotti che i consumatori sono pronti a pagare anche il doppio di quelli dei concorrenti.

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→  settembre 17, 2016


La commissione-esattrice e il sogno di riformare il fisco americano brandendo la mela

Un miliardo! Tanti sono gli iPhone venduti nel mondo da quel 2007 in cui Steve Jobs ne lanciò la prima versione. Quando sullo schermo del Keynote Apple a San Francisco dove il suo successore Tim Cook ne presentava la settima versione sono apparse quelle dieci cifre, credo che nessuno, né tra quelli che applaudivano in sala né tra quelli che seguivano l’evento in streaming sul proprio computer, abbia avuto il minimo dubbio su dove sia nata l’idea, dove si sia realizzato il prodotto, quale sia stato il centro che ha attratto nella sua orbita migliaia e migliaia di applicazioni, chi ci sia stato dietro il succedersi dei perfezionamenti di un oggetto che ha cambiato il nostro modo di comunicare, di lavorare, di rapportarci agli altri. E quindi dove si realizzi l’alchimia che trasforma scatolotti di metallo, plastica ed elettronica, comperati in giro per il mondo e assemblati in Cina per pochi dollari, in prodotti che i consumatori sono pronti a pagare anche il doppio di quelli dei concorrenti.

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→  giugno 24, 2016


Un emendamento alla legge sulla concorrenza, che il parlamento dovrebbe approvare nei prossimi giorni, delega i ministri dei Trasporti e dello Sviluppo a rivedere la disciplina del trasporto pubblico non di linea. Lo strumento potrebbe consentire al governo di emanare norme che permettano a Uber di fornire i propri servizi in Italia; come richiesto l’anno scorso dall’Autorità dei trasporti, e ribadito dall’Antitrust il 15 Giugno.

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→  aprile 11, 2016


Si vedono sempre più porte con una serratura nuova: è quella che neutralizza la cosiddetta chiave bulgara, inesorabile contro le serrature tradizionali. Un’innovazione tecnologica ci aiuta a difendere i beni che custodiamo nelle nostre case, e i valori, economici, simbolici, affettivi, che ne fanno la nostra “proprietà”.

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→  dicembre 3, 2014


I grandi fornitori di servizi on line hanno modelli di funzionamento strutturalmente diversi dalle imprese tradizionali, non riconoscerlo porta a commettere errori: ci possono incappare le aziende stesse o i legislatori. Come insegnano due casi recenti. Uber, l’azienda fondata da Travis Kalanik, continua a espandersi, vincendo, città dopo città, la resistenza dei tassisti che temono di perdere il valore della licenza pagata a caro prezzo. Con quella licenza il Comune concede al tassista di operare in un mercato a numero di operatori contingentato e di offrire al cliente la garanzia pubblica che il servizio sarà di buon livello e soprattutto sicuro. Uber disintermedia il servizio taxi: nessun controllo comunale sul numero degli operatori, ma anche nessuna garanzia pubblica per la sicurezza del cliente. Alla fine della corsa si può dare un voto, il cliente sul conducente e il conducente sul cliente. Ma il conducente rischia di più, se finisce nella lista nera, ha finito di lavorare: un’asimmetria informativa di cui un cliente disonesto potrebbe approfittare.

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