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Archivio per il Tag »Alessandro Profumo«

→  settembre 23, 2010


Nè la politica nè il capitalismo di relazione: l’ad ha solo pagato il prezzo delle sue scelte.

Leggere l’avvicendamento come la metafora bancaria del cambiamento di governance del paese che é nel’aria, spiega poco e confonde molto.

La delusione è palpabile: ma non era questo il miglior banchiere, attento alla banca e sordo alla politica? E le Fondazioni in questo caso non aveva esemplarmente anteposto la banca da sviluppare all’orticello da innaffiare? Mentre nell’avidità dei banchieri governanti e premi Nobel vedevano la causa della crisi, non era forse per la frugalità dei nostri risparmiatori e per la (relativa) moderazione dei nostri incentivi se gli impiegati non erano dovuti uscire dalle banche con i loro scatoloni e i Governi entrarci con i soldi dei contribuenti?

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→  settembre 22, 2010


di Francesco Giavazzi

Non è il disaccordo sulla presenza dei libici che ha indotto le fondazioni italiane e gli azionisti tedeschi a sfiduciare Alessandro Profumo, peraltro senza scegliere subito un sostituto, come dovrebbe avvenire in una grande banca internazionale. Sarebbe infatti sciocco opporsi a un socio di minoranza che non esita a mettere mano al portafogli quando la banca ha bisogno di capitale fresco. La Libia è solo un pretesto. Il vero scontro che oppone Profumo ai grandi azionisti della banca è la sua decisione di trasformare Unicredit da una somma di feudi locali (Monaco di Baviera, Verona, Torino, Modena, Treviso…) in una struttura unica, come lo sono le grandi banche internazionali, ad esempio Hsbc (Hong Kong and Shanghai Banking Corporation), la più estesa e la migliore banca al mondo.

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