Scusi Brunetta, il Garante delle Tasse a che cosa serve?

luglio 9, 2008


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair

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da Peccati Capitali

Caro Renato,

qualche giorno fa ho pensato a te. É stato quando ho ricevuto una lettera dal Garante del Contribuente. Tutto era cominciato dall’errore di un mio professionista che mi aveva versato due volte, a distanza di pochi giorni, la stessa imposta: per inciso, non proprio una roba da niente. Chi avevo incaricato di seguire la richiesta di rimborso era ritornato con notizie ferali: minimo dieci anni.

É stato allora che mi è venuto in mente il Garante: vi faccio vedere io, ho pensato. C’è un giudice a Berlino! (in realtà a Bolzano). E il Garante rispose. Poche righe per accompagnare la risposta che aveva ricevuto dall’Agenzia delle Entrate /Einnahmen-Agentur: quando il controllo della pratica sarà stato compiuto con esito positivo, scrive l’Agenzia, “il pagamento della somma avverrà nel rispetto dell’ordine cronologico e compatibilmente con l’accreditamento dei fondi”. Punto. É stato lì che ho pensato a te. 

A te e al tuo slogan “Un progetto industriale per la Pubblica Amministrazione”. Efficace per motivare, richiede che si abbia fissa in mente una differenza ineliminabile: per l’impresa il successo è  crescere ed espandersi, per la Pubblica Amministrazione il successo è il ridursi e diminuire, come numero di teste, come compiti, come spazi occupati.
Ritengo che quella di dare a te quel Ministero sia stata una scelta felice, perché tu sei un riformatore vero. Il riformatore deve convincere gli altri, deve contagiarli con la sua energia ( e tu ne hai in grado massimo)): ma è lui che conosce la strada su cui guidarli, lui il depositario del progetto a cui indirizzarli. 

Pensa al mio Garante: tutto esatto, ha risposto perfino in tempi ragionevoli. Ma che cosa mi garantisce? Che c’è un ufficio che protocolla, esamina, segue l’ordine cronologico. La garanzia che chiedevo era su quando riavrò i miei soldi: la garanzia che ottengo è che la Pubblica Amministrazione esiste. I soldi che sto forzosamente prestando allo Stato servono a mantenere in movimento la macchina: e a conservare nel suo ufficio il Garante che la osserva. 

Che fare? Mettere un altro garante che garantisca il garante? Incentivarlo? Sostituirlo? É evidente che sarebbe superficiale e ingiusto giudicare da un singolo fatto. Ma il caso particolare mi serve a far capire  quanto dicevo sull’obbiettivo generale a cui deve tendere ogni “progetto industriale” della Pubblica Amministrazione: quello di ridurla. Prima di fare progetti per rendere più efficiente una funzione, sempre chiedersi prima se non è meglio abolirla.

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