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→  agosto 20, 2016


Da cosa viene il “fascino (non) discreto” di Telecom per i governi? Con le aziende privatizzate, sia completamente – autostrade, aeroporti – sia parzialmente – Enel, Eni – i problemi sono di regolamentazione e di prezzi. Finmeccanica agisce nel quadro delle norme in un settore delicato come la difesa. Di banche e di acciaio, non ci fossero i crediti deteriorati e i problemi ambientali, il governo farebbe volentieri a meno di occuparsi. Anche nella telefonia, sono autorità indipendenti a stabilire tariffe, e a vigilare sulla concorrenza. Solo per Telecom le cose sono diverse: come se i governi, tutti i governi a partire da quello Prodi che ne decise la vendita nel 1998, non sappiano adattarsi all’idea di non controllarla più. Comportandosi come se non fosse mai stata veramente venduta, finiscono per dar ragione a quanti considerano quella di Telecom una pessima privatizzazione.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  agosto 12, 2016


Caro Direttore,

“Il danaro non è solo un mezzo di scambio” scrive Mariana Mazzucato (Cinque medicine per curare la malattia delle banche, la Repubblica, 8 Agosto 2016). Per una volta sono d’accordo, ma per poco: già dissento su che cosa sia d’altro. Per lei, seguendo Hyman Minsky, il danaro “rappresenta la creazione del debito, motore centrale del processo capitalistico”. Per me, leggendo Mervyn King, il danaro consente di scambiare lavoro di oggi con generico potere di acquisto in futuro; in un mondo esposto a radicali incertezze, il danaro è ponte tra presente e futuro.

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Pubblicato In: Giornali, La Repubblica
→  agosto 6, 2016


A trovarlo scritto (sul Foglio dello scorso 28 Luglio) c’è da non crederci: sarebbero tutti d’accordo a privatizzare la Rai.

Renzi dall’epoca della Leopolda, Massimo Mucchetti da quando faceva il giornalista all’«Espresso», adesso anche D’Alema; al M5S la pubblicazione degli stipendi dei giornalisti ha fatto ricordare quel che prevedeva il programma, un solo canale pubblico finanziato col canone.

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Pubblicato In: Il Sole 24 Ore
→  luglio 27, 2016


Il dibattito e le idee. Tra riforma istituzionale e legge elettorale.

Diverse persone, anche autorevoli, dichiarano il proposito di votare contro una riforma istituzionale che pure apprezzano, a causa di una legge elettorale da cui dissentono: qual è la ragione di un comportamento che finisce per condannare ciò che piace senza eliminare ciò che non piace? È perché ben sanno che con il no al referendum si andrebbe incontro a una destabilizzazione di cui non si vede l’esito, ma non vogliono essere confusi con quelli che votano no solo per buttar giù Renzi? O è perché temono una svolta autoritaria, ma vogliono distinguersi da quanti vorrebbero affossare tutto, riforma e legge?

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  luglio 22, 2016


Al Direttore.

Kairòs kai agathòs!

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  luglio 19, 2016



Intervista di Fabrizio Caccia a Franco Debenedetti.

«Ho parlato con mio fratello. Eravamo entrambi sicuri della condanna, nonostante la fiducia dei legali»

Un’ironia amarissima traspare, inizialmente, dalla sua voce: «Eccomi qua, ho 83 anni, non scappo, non fuggo, non sono ancora detenuto…», dice al telefono Franco Debenedetti, appena condannato dal tribunale d’Ivrea in primo grado a 5 anni e due mesi di carcere per il processo sull’amianto all’Olivetti. La stessa pena che ha avuto il fratello Carlo, l’Ingegnere.

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Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali