→ gennaio 19, 2011

Sette per cento: quando si scriverà la storia della vicenda del contratto di Mirafiori e delle polemiche che l’hanno accompagnato, bisognerà ricordare la vicenda di questo numeretto. Menzionato da Marchionne, se ben ricordo, qualche anno fa in una presentazione all’Unione Industriali di Torino (allora era Termini Imerese al centro delle polemiche), ripresa adesso (azzardo: per primo da Luciano Gallino?), rimbalzata in autorevoli commenti, é riaffiorata perfino nella straordinaria intervista che Sergio Marchionne ha rilasciato a Ezio Mauro. Se “il lavoro” conta così poco, sembra essere il ragionamento, perché accanirsi tanto a ridurlo? Se la minaccia è la concorrenza di paesi dove il lavoro costa meno, proprio lì bisogna colpire, a costo di ridurre i nostri operai nelle condizioni di quelli cinesi?
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→ gennaio 18, 2011

da Peccati Capitali
Perché le opere d’arte contemporanea attirano compratori alle aste e visitatori alle mostre, e invece la musica classica contemporanea è dai più considerata indigesta? Perché un quadro di Jackson Pollock è il più costoso del mondo, e invece un pezzo di musica dodecafonica viene infilato tra un Bach e un Brahms, anziché nell’ordine cronologico, per evitare il fuggi fuggi? Non è forse, insinua Alex Ross su Repubblica, perché ad essere sbagliato è il modo con cui ci si avvicina alla musica “classica”, quasi fosse una fonte di bellezza consolatoria? E immagina l’ira di Beethoven se avesse saputo che “la sua musica sarebbe stata diffusa nelle stazioni ferroviarie per sedare i pendolari e allontanare i delinquenti”.
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→ gennaio 16, 2011

Senza la dimensione industriale della Fiat, il valore simbolico dell’auto, la determinazione di Marchionne, non avremmo il sì di Mirafiori, il fatto che si sia potuto scegliere tra il sì e il no a un piano industriale innovativo. Adesso si tratta di rendere questo risultato normale, guardando a questo risultato per quello che è, in generale e per tutti. Dobbiamo cioè ragionare “etsi Marchionne non daretur”.
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→ gennaio 8, 2011

Dal PD ostaggio della Cgil, ai partiti che condizionano gli operai.
In primo luogo, e a prima vista, il “caso Fiat” è essenzialmente una questione sindacale: CISL e UIL contrapposte frontalmente a FIOM, CGIL impegnata nell’acrobatico esercizio di distinguersi da questa senza uniformarsi a quelle e i partiti nel tentativo di dare una risposta politica ai problemi che il “caso” ha sollevato. Ma é davvero questa la dinamica della vicenda? Per quanto riguarda il PD, i problemi del ciclone Marchionne si abbattono sul partito in un momento particolarmente critico: la questione sindacale funge da detonatore di una partita politica. Sostenere che alla base dell’irrigidimento della FIOM ci sia il disegno politico di far precipitare l’evoluzione del PD, di arrivare allo show down tra chi vorrebbe spostare il partito a sinistra e chi invece vede nel centro i suoi naturali alleati, è probabilmente azzardato. Ma è certo che, “oggettivamente”, esso agisce in quella direzione.
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→ gennaio 4, 2011

da Peccati Capitali
Sarà questione di gusto, saranno reminiscenze del manzoniano “tacer pudico”, ma trovo qualcosa di stonato nei messaggi in cui mi si informa che, come augurio per le festività, una somma è stata devoluta a fini benefici. Quando poi è Google a cogliere l’occasione per farci sapere che i suoi “utenti” , come dire noi, nel 2011 aiuteranno 50 milioni di persone, allora si drizzano le orecchie. E sentendo che un’azienda con centinaia di milioni di clienti aiuterà a far nascere 2400 bambini africani non affetti da HIV, e che l’impresa leader mondiale del web fornirà strumenti online a scuole o a organizzazioni umanitarie, si resta perplessi su entità dell’impresa e originalità dell’iniziativa.
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→ dicembre 24, 2010

La vera distinzione è tra conservatori realisti e radicali sentimentalisti
I numeri non bastano per avere rilevanza politica. Lo si è visto in occasione della battaglia politica per sfiduciare il Governo: è vero, come ha detto Bersani e ribadito D’Alema, che i voti del PD sono comunque necessari per mandare a casa Berlusconi, ma dato che quella battaglia è stata tutta interna al centrodestra, ad essere evidente è stata l’irrilevanza politica del PD.
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