→ febbraio 13, 2011

Intervento pubblico
L’approfondita biografia scritta da d’Aubert offre una doppia lettura dell’uomo di potere: quella privata e le imitazioni
“Colbert è tornato”: quando nel settembre 2007 gli americani vedono il Governo salvare, sostanzialmente nazionalizzandole, banche, assicurazioni, fabbriche di automobili, basta quel nome ad esprimere lo sconcerto. Quando anche in Europa si susseguono interventi più o meno scoperti, non sempre e non da tutti il nome di Colbert viene usato come segnale di pericolo. Chi già si fida poco della mano invisibile, e ritiene che i mercati in generale e quelli finanziari in particolare debbano essere sorvegliati e tenuti a freno, vede nella crisi finanziaria la conferma dei propri pregiudizi. Di fronte alla paura – delle merci cinesi e della finanza americana – la speranza è riposta nel limitarne l’afflusso e nel sostenere l’economia reale con le politiche industriali: colbertismo non è più una brutta parola.
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→ febbraio 8, 2011

La patrimoniale sembra, per il momento, respinta: quella “vera”, cioè l’operazione di finanza straordinaria, per tagliare con una botta secca lo stock del debito, non quella dello stesso nome, ma di finanza ordinaria, per modificare la composizione del flusso delle imposte, tassando anche il patrimonio oltre il reddito, in costanza (si vuol sperare) di pressione fiscale. Anche se sul Sole 24 Ore di domenica scorsa Giuliano Amato è tornato a parlarne e la scorsa settimana anche Pellegrino Capaldo è intervenuto di nuovo sul tema con una lettera sul Corriere della Sera.
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→ febbraio 1, 2011

A volte il tafazzismo della sinistra è disperante al limite del patetico. Prendiamo la proposta di mettere un’imposta straordinaria sul patrimonio per ridurre drasticamente il nostro debito pubblico: un prelievo, tanto per capirci, sui 900 miliardi di euro. L’idea la lancia Giuliano Amato in un convegno: ma é Dicembre, e poco dopo non se ne parla più. La riprende la settimana scorsa Pellegrino Capaldo sul Corriere. Amato non basta, dice, e aggiunge la decisiva variante: l’imposta va prelevata sulle case.
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→ gennaio 29, 2011

Strategia in tre mosse contro una proposta indecente.
1. Rifiutare paragoni impropri. La proposta deve essere isolata perché appaia in tutta la sua oscenità. Non ha nessuna parentela con sistemi fiscali, presenti in molti paesi, che tassano sia il reddito che il patrimonio. Non ha nulla a che vedere con la patrimoniale notturna di Amato del 1992, che, a parte la dimensione del prelievo, fu varata quando il rischio di bancarotta incombeva su Governo e istituzioni. E neppure con l’Eurotassa, di cui era stata promessa la restituzione: questa arrivò, ma in misura che, conteggiando interessi e svalutazione, non raggiunse il 50%, e quindi serve a dimostrare ancora un volta che non ci si deve fidare dei governi: mai e di nessuno.
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→ gennaio 25, 2011

Stato, fisco e giustizia sono i dossier della prima ora mai affrontati
E’ perché manca un’alternativa credibile, si finisce per dire, constatando che né crisi economiche, né sfaldamento di alleanze, né gaffes internazionali, né scandali di vario genere sembrano scalfire il consenso che raccoglie Berlusconi da 16 anni. Ancor più singolare è che, specularmente, nessuno cerchi di impadronirsi di un capitale politico che frutta un dividendo così rilevante e stabile. “Salvare il capitalismo dai capitalisti”, è il titolo di un fortunato libro di Raghuram Rajan e Luigi Zingales. Parafrasandolo: perché a nessuno sembra interessare salvare il berlusconismo da Berlusconi?
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→ gennaio 20, 2011

Quando si parte male, è difficile correggere la rotta: rimediare ad una legge con un difetto di fondo, può produrre anche effetti negativi. È quello che potrebbe accadere con la legge sui mutui bancari, da oggi all’esame del Senato.
Nel febbraio 1996, sull’onda emotiva di fatti criminali gravissimi, il Parlamento a Camere già sciolte modificava gli articoli. 644 c.p e 1815 c.c., stabilendo che è l’entità del tasso — una volta e mezzo quello medio — a determinare il reato di usura; tassi superiori sono usurari e, se fossero convenuti, la clausola sarebbe nulla e non sarebbero dovuti interessi. A seguito della nostra entrata nell’euro i tassi medi sono calati, quelli pattuiti nei periodi di alta inflazione oggi si trovano oltre la soglia che definisce l’usura.
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