No, il draghicidio non c’è stato

gennaio 30, 2022


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio


Dopo il first best c’è lui. Buone notizie per il futuro.

Adesso il peggio sarebbe quello di dare al secondo mandato a Mattarella un significato negativo, di remedium peccatorum degli altri. Bisogna invece coglierne il significato positivo, di unanime approvazione di quello che, del tormentato settennato che gli è toccato in sorte, è stata la sua scelta più significativa: quella di Draghi a capo del governo.

A Draghi è riuscito di non finire nel tritacarne in cui la politica ha sacrificato i suoi beniamini. Egli ne esce quindi doppiamente rafforzato: implicitamente dal plebiscito per il suo dante causa, ed esplicitamente dalla motivazione (pelosa) adottata da chi ne ha ostacolato la nomina, quella della ineludibile, preminente necessità che continuasse a fare il suo lavoro a Palazzo Chigi. Ancor più dopo quel che è successo, la garanzia offerta dal suo riconosciuto prestigio è diventata imprescindibile: aggiungi la batosta che han preso “i politici” , ed è chiaro che gli sarà più facile imporre una politica di fermo controllo la spesa pubblica e di lotta contro le resistenze degli interessi corporativi organizzati. Dovrà mettere in atto le riforme (io spero che metta al primo posto quella della scuola, perchè non sia più quell’istituzione che rifiuta sia di valutare sia di essere valutata); riforme indispensabili perchè quelli contratti con il PNRR siano debiti buoni e non cattivi, per usare le parole dello stesso Draghi. Ha tempo fino al 2023, perchè allora si voterà.

Che parlamento uscirà dalle urne? Difficile che dalla attuale frammentazione dei partiti esca una maggioranza coesa, difficile che dalla sconfitta dei generali esca qualche soldato col bastone da maresciallo: probabile che la situazione sia non tanto diversa dall’attuale. E’ quindi possibile che si verifichino ancora le circostanze perchè Mattarella debba essere lui a dover risolvere lui il problema, e chieda a Draghi di governare un’altra volta, che potrebbe anche durare cinque anni. In tal caso non darei per scontato che Draghi accetti. E allora?

La soluzione c’è, qualcuno l’aveva addirittura indicata come il “first best”. Ma non voglio essere io a scriverla in italiano. Non oggi.

ARTICOLI CORRELATI
No, il draghicidio non c’è stato
L’Italia chiude questa folle legislatura avendo ribaltato l’agenda antieuropeista e nel segno della stabilità incarnata dal duo Draghi-Mattarella. Le ragioni semiserie per esultare – Il Foglio, 29 gennaio 2022

Il pagellone della corsa al Quirinale: sommersi e salvati nel naufragio dei leader
di Francesco Bei, Stefano Cappellini, Stefano Folli, Carlo Galli, Francesco Merlo, Sebastiano Messina, Lavinia Rivara, Michele Serra – La Repubblica, 30 gennaio 2022

Un conflitto fra due concezioni della politica
di Sergio Fabbrini – Il Sole 24 Ore, 31 gennaio 2022

Nel “discorso della dignità” di Mattarella l’invito ai partiti a tornare a fare politica
di Gianni Cuperlo – Domani, 04 febbraio 2022

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: