Debenedetti: subito i rigassificatori

gennaio 24, 2006


Pubblicato In: Giornali, Il Messaggero

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Emergenza Gas

Più rigassificatori e che non siano di chi ha già posizioni dominanti, cioè ENI ed Enel. E poi, via il Cane a sei zampe dalla proprietà dei gasdotti. Quanto più il Gas rischia di diventare risorsa scarsa, tanto più l’Italia deve liberalizzare questo nodo. Franco Debenedetti, senatore del gruppo Ds-Ulivo è molto preoccupato. Teme che si approfitti delle paure sull’approvvigionamento del gas per chiedere che si freni o addirittura si faccia marcia indietro nella liberalizzazione del mercato.

E’ d’accordo senatore, servono più rigassificatori in Italia?
«Per il precedente amministratore delegato dell’ENI rischiavamo di affogare in una bolla di gas, e non era quindi il caso di buttar soldi a potenziare gasdotti o costruire rigassificatori. Così, tra opposizione dell’ENI e resistenze degli enti locali, di rigassificatori non se ne son costruiti. Oggi, Paolo Scaroni, che gli è succeduto, mette i rigassificatori al primo posto. Prendo nota dell’inversione di rotta».

Però…
«E’ ovvio che a farli non deve essere chi ha già una posizione dominante, ENI ed Enel. Penso che ci sia la coda per farli: tanto per dirne uno, Energia della CIR, del cui Consiglio faccio parte. ».

C’è dell’altro?
«L’Eni è proprietaria delle tubazioni, quelle che portano il gas in Italia e quelle che in Italia lo distribuiscono: di lì deve passare chiunque, ENI ha di fatto il monopolio delle forniture. E non solo dalla Russia, ma anche dal Nord Africa. Bisogna sverticalizzare l’Eni, che col 51% ancora controllerà Snam Rete Gas fino al 2008. Bisogna anticipare e porre il limite della sua quota di possesso al 5% senza diritto di voto, come Enel in Terna. Oggi ci sono in Italia progetti di otto rigassificatori e di due gasdotti. Snam Rete Gas non è presente in nessuno di questi: se fosse una società indipendente dagli interessi dei venditori di Gas, potrebbe concorrervi ed aumentare la sua leadership europea».

ENI dice che solo un grande acquirente può avere la forza per negoziare con Gazprom.
Strano che un monopolista faccia carico delle carenze attuali alle liberalizzazioni da venire. E poi, per negoziare con Gazprom bisogna essere anche l’unico acquirente in Algeria? Un acquirente unico è di necessità venditore unico?».

E se fosse Gazprom, cioè il monopolista russo, a vendere direttamente in Italia?
«Oggi il gas passa da un intermediario italiano: che differenza fa? Ben venga dunque la vendita diretta.Il 7 per cento del mercato della benzina è in mano alla Tamoil di Gheddafi e nessuno ne trae ragione di preoccupazione.».

Soluzioni e proposte per l’Ulivo?
«Aver ben chiaro che i guai derivano non dalla liberalizzazione ma dall’insufficiente apertura del mercato. Che risparmio e fonti rinnovabili, certamente da incrementare, non bastano. Dunque subito rigassificatori e in prospettiva il nucleare».

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