Dai salotti alle alcove: la lotteria di Casanova

marzo 3, 2010


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair

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da Peccati Capitali

La Bibliothèque Nationale de France ha acquistato l’originale dell’autobiografia di Giacomo Casanova. Una storia che, con le traversie subite dal prezioso manoscritto, si arricchisce di un ulteriore capitolo.

Fu venduto dal nipote Carlo Angiolini ai Brockhaus nel 1820, si salvò dalla distruzione di Lipsia, e sua volta nel 1945 salvò l’erede di quella famiglia di editori: l’aveva nella valigia quando scappò dalla città il giorno prima che vi entrassero i soldati sovietici. Non è stata rivelata la somma pagata per entrarne in possesso, né il nome del personaggio che con un cospicuo contributo ha reso possibile l’operazione. Il Ministro della Cultura è Frédéric Mitterand, nipote del François presidente della Repubblica, a cui è intitolata la Biblioteca; a zio e nipote si attribuiscono avventurose, seppur differenti, vite amorose.

In Casanova, vita e racconto della vita sono la stessa cosa. Seduceva con la storia delle sue seduzioni, trasmetteva fremiti avventurosi con quella delle sue avventure. Era invece noioso e prolisso quando parlava di argomenti scientifici o filosofici, quelli per cui tanto avrebbe voluto essere riconosciuto. Appariva trasgressivo, mentre era perfettamente integrato nella società del suo tempo. Né i suoi successi furono solo in salotti ed alcove: diede anche contributi alla finanza creativa, lanciando una lotteria nazionale, l’unico modo – diceva – con cui i cittadini avrebbero contribuito volentieri a riempire le casse dello Stato.

Si può dunque essere considerati dei Casanova anche per ragioni diverse da “quella”: e quindi anche personaggi pubblici insospettati possono concorrere per fregiarsi del prestigioso paragone.

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