→ giugno 18, 2021

Autostrade a Cdp: le aziende del primo capitalismo oggi sono tutte pubbliche. Peccato
È finita così: la maggioranza assoluta di Autostrade per l’Italia è della Cassa depositi e prestiti (Cdp). Non è stato un esproprio per pubblica utilità, è stata la vendita forzata a un soggetto indicato dal governo. Mai più i Benetton in Autostrade, aveva sentenziato Toninelli: ma l’esito era condiviso dalla quasi totalità delle forze politiche, e non osteggiato, a volte esplicitamente, da larga parte dell’opinione pubblica, imprenditoria privata compresa. Si era suggerito che a comperare fosse il Mef, ciò che avrebbe più facilmente portato a soluzione il vero problema, cioè l’inadeguatezza del concedente a controllare il concessionario; si sarebbe anche potuto frazionare la rete e introdurre concorrenza per confronto. Il premier avrà pensato, non senza ragione, che, con il Pnrr e le riforme, non era il caso di mettere altra legna al fuoco.
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→ giugno 9, 2021

La controversa vicenda del filosofo e del suo assistente, accusato dalla Procura cli “circonvenzione d’incapace”
«Ogni uomo trova, nella sua vita, una donna che lo vuole salvare: a volte ci riesce». La frase, incorniciata, stava in bella vista nell’ufficio di Libero Gualtieri, repubblicano, romagnolo, scapolo che avevamo eletto capo di «Sinistra Democratica», il gruppo parlamentare del Senato che avevo contribuito a costituire nella XII Legislatura. La frase mi attraversò veloce la mente quando, nell’autunno del 2018, sentii al telefono M., una delle amiche storiche di Gianni Vattimo, che, con voce concitata, mi chiedeva che cosa stesse succedendo da lui, dove a suo dire, regnava «un’atmosfera plumbea»: «Sempre quel Simone tra i piedi!» fu la sua replica alla mia richiesta di chiarimenti. Anch’io, quando invitavo Gianni a pranzo al ristorante, avrei preferito che a chiacchierare fossimo solo noi due, amici da poco meno di mezzo secolo. Ma Gianni non se la sentiva di uscire senza il braccio di Simone; senza l’aiuto di questo ragazzo di origine brasiliana, chi avrebbe risposto alle email, pagato le fatture, rimpiazzato le badanti, cercato i libri nei piani alti della libreria, affittato una casa dove rifugiarsi dall’afa estiva?
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→ giugno 8, 2021

Penso risalga a dopo la seconda guerra la norma fiscale americana che consente alle sue multinazionali di detenere gli utili maturati all’estero in sospensione di imposta in un Paese che accetti di farlo: il parcheggio in un paradiso. A quel tempo il sistema era funzionale ad incentivare l’espansione all’estero delle grandi imprese americane. Non si contano i tentativi di modificare un sistema così fondamentalmente distopico: i governi hanno grumbled, simmered and raged (l’onomatopia è dell’Economist) ma i tentativi di riforma si sono arenati al Congresso. Chi sostiene che i GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon) eludono le tasse, riscuote consensi populisti, ma dice una cosa tecnicamente falsa. “Ante hos sex menses male dixisti mihi”: non erano ancora nati quando vennero scritte le leggi di cui fruiscono. La percentuale dei profitti che le multinazionali tengono parcheggiati all’estero è salita dal 30% vent’anni fa al 60% oggi. Per scoraggiare dallo spostare gli utili fatti all’estero in Paesi a tassazione ridotta , la riforma fiscale di Trump introdusse una nuova tassa, con aliquota del 10,5%, a valere sul redditi di ognuna dello loro filiali estere che eccedesse il reddito “normale” forfettariamente definito come il 10% del valore della proprietà tangibile ammortabile: il Global Intangible Low-Taxed Income (GILTI).
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→ giugno 5, 2021

Gli apprezzamenti e le critiche alla proposta di Enrico Letta di aumentare l’aliquota della tassa di successione sono stati perlopiù rivolte da un lato al prelievo fiscale in sé, dall’altro al beneficio che esse andrebbero a finanziere; nell’ipotesi, quindi, del coeteris paribus, assumendo cioè che prelievo e destinazione non modifichino aspettative e comportamenti degli operatori, con conseguenze sull’economia generale.
Secondo la teoria economica standard la crescita dipende da un progresso tecnico prevalentemente esogeno. Per Schumpeter il motore primo della crescita sono le invenzioni, Per il Nobel Edmund Phelps invece le società moderne dal 19esimo secolo in poi si sono sviluppate perché anche la gente comune è capace di avere idee originali che possono avere applicazioni commerciali: c’è infatti una dimensione esperienziale ella moderna economia per cui vedere realizzata una propria idea dà alle persone il senso di fare qualcosa di diverso e di nuovo. Sperimentare, imparare dagli errori, curiosità, coraggio di fallire sono i caratteri dell’economia dell’innovazione.
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→ maggio 25, 2021

Il tweet del giorno
Ai nipoti che dovranno pagare l’imposta di successione sui beni che gli lascerà il nonno, i 10.000€ glieli diamo o li tratteniamo come acconto?
@pdnetwork #Agorà #Prossima
→ maggio 15, 2021

“Il ritorno dello Stato” è quest’anno il titolo del Festival dell’Economia di Trento. Per il suo direttore scientifico Tito Boeri, l’uscita dall’emergenza è l’occasione “per analizzare cosa è accaduto in un anno che ha visto lo Stato esercitare un ruolo primario nella vita dei cittadini”. Una ventina delle conferenze ne trattano in modo esplicito, da “Il ritorno dello Stato e la fine del neoliberismo” di Joseph Stiglitz, al – si licet parva – “Fare profitti, etica dell’impresa” del sottoscritto.
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