→ dicembre 14, 2010

da Peccati Capitali
Si presentano mascherati, chiamano se stessi con il nome (che non tradurrò) di “Anons”: sono gli anarco-hacker di Anonymous, i crociati della neutralità di Internet. Rifuggono da ogni forma organizzativa, individuano un obbiettivo, gli puntano contro il cannone 4chan che, a un segnale, ne inonda il sito fino a bloccarlo. Nel 2008 toccò a Scientology, pochi giorni fa a Visa e Mastercard, rei di avere bloccato i versamenti a Wikileaks. Anche i guerrieri Jedi usano Internet, anche loro sono crociati: pensano che la trasparenza totale porti alla luce la “verità” e modifichi il rapporto tra governi e cittadini. Ma per entrambi è in agguato la legge delle conseguenze non previste di atti intenzionali.
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→ dicembre 12, 2010

WIKILEAKS. I suoi fan credono che esista una verità. Oggettiva, conoscibile. Ma l’unica certezza è che il sistema americano di tutela dei documenti è vulnerabile. Da dilettnati liberisti sognano un governo più piccolo? La burocrazia sarà più pesante. Un nuovo modo di governare? Solo di criptare: fioccano sui giornali finanziari grandi pubblicità sui sistemi di sicurezza. Guerra stellare.
«In quell’impero, l’arte della cartografia giunse ad una tal perfezione che la mappa di una sola provincia occupava tutta una città, e la mappa dell’impero tutta una provincia. Col tempo, queste mappe smisurate non bastarono più. I collegi dei cartografi fecero una mappa dell’impero che aveva l’immensità dell’impero e coincideva perfettamente con esso».
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→ dicembre 10, 2010

Se con il 14 Dicembre avesse inizio l’era del post berlusconismo, che ruolo vi avrà la sinistra? Se si andasse a un Governo di destra, guidato da una personalità diversa da Berlusconi, i voti della sinistra, contrariamene a quanto ebbe a dire Pierluigi Bersani, non sarebbero neppure necessari. Se invece lo scenario fosse quello di un governo sostenuto da una maggioranza contrapposta alla Lega e a quel che resterebbe del PDL, i voti della sinistra sarebbero numericamente necessari ma politicamente poco significativi. Infatti chi si dichiara disposto a tutto pur di liberarsi di Berlusconi non può porre altre condizioni al tavolo della trattativa con gli alleati. Quindi in entrambi gli scenari prospettati, e per il tempo che essi dureranno, il peso politico della sinistra sarà modesto.
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→ dicembre 7, 2010

Al direttore.
Ho rivisto “L’inquilino del terzo piano” di Roman Polanski, proposto casualmente, senza che nessuna ragione conscia guidasse la scelta. Se può ossessionare l’idea di stare nella stessa casa in cui ha abitato un suicida – mi chiedo – che cosa può succedere quando quella casa è la tua e il suicida tuo padre? In generale, che cosa pensi, che cosa senti, quando più della paura di morire ti assale la paura di vivere, e da quella bocca spalancata esce l’urlo disperato che risuona per corridoi e scale? Che cosa succede nell’attimo – ma in un buco nero il tempo si può arrestare e la sofferenza diventare senza fine – quando sai che ti sfracellerai, o che ti mancherà l’aria ai polmoni o il sangue al cervello? Non è atto supremo e di umanità e di carità cercare di rendere meno atroce quella scelta?
→ novembre 30, 2010

da Peccati Capitali
Qual è il bilancio della vostra ASL? In fondo è pagata con i vostri soldi, e sulla sanità si gioca la partita più importante del federalismo prossimo venturo. Ma avere la risposta è un’impresa perlopiù impossibile: molte ASL il bilancio neppure ce l’hanno, e quanto alle altre, i ricercatori dell’Istituto Bruno Leoni provano da mesi di ottenerle con alterne fortune. Né va meglio coi privati: Alessandro Penati scrive di averci messo un anno ad avere il bilancio di Air One.
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→ novembre 19, 2010

Non ci sono più le mezze stagioni, signora mia, e neppure la Bbc è più quella di una volta. A riconoscerlo è stato il Financial Times: compensi eccessivi – il direttore generale prende 800mila sterline l’anno, il doppio del suo predecessore – iniziative ambiziose, incidenti gestiti con goffaggine, ne hanno leso l’immagine.
La fondazione istituita dal governo Brown in rappresentanza dei consumatori è diventata l’arena degli scontri tra presidente e direttore generale. Il nuovo governo ha tagliato del 16% le risorse bloccandole per sei anni. Non è certo solo l’editorialista del Ft a chiedersi se, invece di inseguire l’audience con programmi popolari, la Bbc non dovrebbe essere ricondotta alla sua missione primaria, «trasmettere programmi di qualità».
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