Viva la trasparenza (per esempio delle ASL)

novembre 30, 2010


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair


da Peccati Capitali

Qual è il bilancio della vostra ASL? In fondo è pagata con i vostri soldi, e sulla sanità si gioca la partita più importante del federalismo prossimo venturo. Ma avere la risposta è un’impresa perlopiù impossibile: molte ASL il bilancio neppure ce l’hanno, e quanto alle altre, i ricercatori dell’Istituto Bruno Leoni provano da mesi di ottenerle con alterne fortune. Né va meglio coi privati: Alessandro Penati scrive di averci messo un anno ad avere il bilancio di Air One.

E’ che noi non abbiamo l’equivalente del Freedom of Information Act (FOIA). Quarant’anni fa, Lydon Johnson dava di matto quando dovette firmarlo, ma le sue conseguenze sono state formidabili. Spulciando troviamo il vicepresidente Spiro Agnew costretto alle dimissioni e la Ford obbligata al recall delle Pinto col serbatoio difettoso; le rivelazioni sui danni prodotti dal defoliante Agent Orange, e gli interrogatori di Terek Aziz; perfino gli aiuti dati dalla NASA alla Speedo per sviluppare le tute con cui sono stati battuti 108 record di nuoto.

Da noi lo stato “privatizza” gelosamente quanto fa coi nostri soldi, e “pubblicizza” la nostra privacy, lasciando che finisca sui giornali quanto intercetta a più non posso; chiunque può accedere alla dichiarazione dei redditi di chiunque, ma il bilancio di una municipalizzata è per pochi intimi.

Dal Mali alla Svezia, quaranta paesi hanno una legge per la libertà di informazione: da noi una proposta è stata approvata in commissione. E’ troppo sperare che una legislatura passata a guardare dal buco della serratura finisca aprendo le finestre?

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