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Archivio per il Tag »politica economica«

→  febbraio 19, 2014


Sulla trappola in cui è cascato Barca, con le confidenze fatte allo pseudo-Vendola, si sono scatenati i pettegolezzi.
Ma se guardiamo alla sostanza politica delle sue affermazioni, dov’è la notizia? Che le identità di Matteo e di Fabrizio siano totalmente diverse è palese. La notizia è ciò di cui non si è parlato: la politica verso il Mezzogiorno. Eppure per quello che ha fatto dal 1996 ad oggi, all’OCSE, al Tesoro, all’Economia, al Governo, il nome di Barca è diventato sinonimo delle «politiche di coesione». Mentre sull’indirizzo che avrebbe potuto dare alla politica economica si sarebbe potuto discutere, non c’è dubbio che, con lui, la politica per il Mezzogiorno sarebbe stata business as usual. Eppure stiamo parlando di qualcosa che è costata 2 o 3 volte il terremoto dell’Irpinia: su questo sono caduti dei ministri, sulla politica di coesione si diventa ministro.

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→  novembre 21, 2003

il_riformista
Proposte. Ho depositato un disegno «linguistico»

Molte leggi iniziano con la definizione dei termini che verranno usati nell’articolato. Alcune leggi limitano l’uso di parole che servono a connotare prodotti o produttori. Non so se esista una legge che definisce il significato di una parola: è quello che fa il disegno di legge che ho presentato in Senato e che disciplina l’uso della parola privatizzazione in documenti che sollecitano il pubblico risparmio.

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→  aprile 27, 1997


Le reazioni al report della Commissione Ue a un anno dal giudizio finale sulla moneta unica sono state di due segni tanto diversi da indicare il fossato che l’attuale Governo ha di fronte a sé. La reazione ufficiale di maggioranza, Governo e Quirinale è stata di insofferenza e di rigetto. Come era avvenuto dopo lo schiaffo spagnolo, dopo le analisi di Confindu­stria, dopo i numerosi segnali che arrivavano dall’Euro­pa. Le reazioni di tutti gli osservatori indipendenti inve­ce — perfino di testate molto “comprensive” nei riguardi della maggioranza — sono state di segno opposto: al centro delle critiche è stata posta l’improprietà di una reazione che, nell’infelice riferimento a contabili e ragio­nieri, finisce per suonare ingenerosa innanzitutto verso chi, al Tesoro, ogni giorno è impegnato in un compito — far quadrare i numeri — che proprio chi ha reagito peggio a Bruxelles gli rende più difficile.

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