→ ottobre 25, 2007

di Luca Ricolfi
Da attento studioso della realtà del Bel Paese e dei suoi orientamenti, Ricolfi ne traccia un profilo degli ultimi quindici anni, vale a dire una storia economico-sociale al tempo del bipolarismo e dell’alternanza.
Il problema è che in Italia, come l’autore ha dichiarato in un’intervista, nonostante “l’aspirazione di tutti a vivere in un Paese normale, la realtà del dibattito politico è ancora quella della guerra fredda”. Da noi ben pochi riescono a vedere le cose per quello che sono. Quasi tutti le guardano sempre accompagnate dalla loro ombra ideologica: con il sole del mattino l’ombra si allunga verso destra, con il sole del tramonto si allunga verso sinistra. Ricolfi, invece, racconta l’Italia della Seconda Repubblica come se fosse il Paese delle ombre corte.
→ ottobre 8, 2007

di Paul Davies
Per millenni gli uomini hanno osservato il cielo pieni di meraviglia, chiedendosi: perché siamo qui? Come ha avuto origine l’universo? E che senso ha la nostra esistenza nel cosmo? Fino a tempi recenti, la risposta a questi grandi interrogativi è stata appannaggio di preti e filosofi, ma oggi gli scienziati stanno cominciando a intervenire nel dibattito, con idee che sono insieme sorprendenti e profondamente controverse. Come ci racconta con chiarezza Paul Davies, le recenti scoperte scientifiche mettono in luce un fatto che lascia perplessi: molte caratteristiche fondamentali dell’universo fisico – dalla velocità della luce alla struttura dell’atomo di carbonio – sembrano calibrate in modo apparentemente miracoloso per permettere l’esistenza della vita.
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→ maggio 2, 2007

di Gian Luigi Beccaria
Perché chiamiamo Oscar la statuetta d’oro e croissant il cornetto a forma di mezzaluna? E dove hanno avuto origine espressioni come: «Cavarsela per il rotto della cuffia» o «Allevare una serpe in seno» o «Fare la gatta morta»? Perché il luogo dove abitiamo porta quel nome, e qual è l’origine dei nostri cognomi? In essi c’è sempre traccia evidente e duratura del passato.
Anche i nomi di inventori, viaggiatori, scienziati, legati alle loro scoperte, sopravvivono come termini d’uso comune: mansarda, biro, bignami, magnolia, ecc.
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→ aprile 4, 2007

di Gotti Tedeschi Ettore, Mingardi Alberto
La superiore efficienza del sistema di mercato sembra trovare sempre maggiori consensi. Ma il mercato – si sostiene spesso – deve essere emendato e corretto: bisogna mettere le briglie agli spiriti animali del capitalismo “selvaggio”. Questo libro prende una direzione molto diversa. Proprio l’economia di mercato, al suo massimo grado di libertà, può assicurare benessere e crescita. In particolare, i tentativi di proteggere la concorrenza da se stessa – attraverso l’operato delle autorità antitrust – sono pretestuosi e controproducenti. La tesi forte degli autori è che solo una concorrenza affrancata da ogni vincolo, e proprio per questo non selvaggia bensì giusta, è capace di garantire gli interessi di tutti più di qualsiasi intervento moderatore.
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→ marzo 22, 2007

di Bertrand Russell
Nel 1929, questo saggio fu considerato scandaloso dagli ambienti più tradizionalisti. Oggi, molte delle idee in esso sostenute sono entrate nel dibattito politico e alcune sono state recepite dalla legislazione del diritto familiare. Eppure, dopo quasi ottant’anni, il testo conserva intatta la sua carica «eversiva» contro il pregiudizio e i luoghi comuni in materia di vita sessuale.
L’impietosa critica del filosofo è soprattutto contro la religione cristiana, colpevole di aver imposto una morale sessuofobica; in realtà, Russell non svilisce il ruolo sociale del matrimonio, anzi lo considera «la migliore e più importante istituzione che possa esistere tra esseri umani», se inteso come alleanza e vincolo profondo per la costruzione di una famiglia e non come censura dell’amore passionale, che secondo il filosofo deve potersi esprimere anche al di fuori del matrimonio. Ma l’analisi va oltre, coinvolgendo educazione dei figli, contraccezione, divorzio, omosessualità, salute e istruzione pubblica, in una riflessione tutt’ora ricca di stimoli su temi di perenne attualità anche nella società del terzo millennio.
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→ gennaio 11, 2007

di Marc Lazar
Lazar è perentorio: gli anni tra il 1994 e il 2006 rappresentano per il Cavaliere la sua età dell’oro in politica. Per i suoi oppositori sono invece un incubo. Ma sarebbe superficiale, e rischioso, bollare il ‘fenomeno Cavaliere’ come una patologia inesplicabile provocata dal potere televisivo, malattia di un corpo di per sé sano e robusto. «Se l’Italia degli anni Novanta ha favorito la fioritura di Berlusconi in politica, questi ha anche marcato di sé, come ferro rovente, l’Italia di questo inizio del nuovo millennio, lasciando una traccia profonda, forse indelebile.»
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