Il Pd disinteressato a bloccare l’entrata in vigore della riforma e Renzi dà ragione a Bonafede. Molto male.
Al Direttore.
“La prescrizione, diceva sabato Giorgio Armillei al convegno di LibertàEguale, garantisce la non punibilità solo quando la punizione non è più manifestazione del potere dello Stato di usare la forza per sanzionare i comportamenti incriminati, ma rappresenta l’autorità arbitraria e cieca che annienta l’individuo a proprio piacimento” E’ questione di legalità costituzionale: sono in gioco diritti dell’individuo, non scambiabili con la durata del processo, che è un fatto di efficienza dell’amministrazione. Che bloccare l’entrata in vigore delle disposizioni sulla prescrizione non sia tra le richieste non negoziabili della sinistra, è grave. Che non ne faccia parola Matteo Renzi nella lunghissima intervista, arrivando anzi a dire di essere più d’accordo con Bonafede che con Orlando, ha dell’incredibile. Infatti, per molti di noi, l’uscita di ItaliaViva del PD è in linea di continuità con il rifiuto di Renzi di portare il PD al tavolo delle trattative con il M5S: dopo le elezioni, prima delle prove date dal governo gialloverde, il PD si sarebbe perso. E oggi risponde alla necessità politica di evitare che l’eccessiva cedevolezza del PD dimostrata nella fase di formazione del governo abbia a proseguire. L’impegno a bloccare la legge sulla prescrizione è l’occasione di dimostrare che non ci siamo sbagliati.
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