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Archivio per il Tag »germania«

→  febbraio 7, 2019


«La politica industriale è di nuovo in voga»: così Justus Haucap, professore di Economia ed esperto di concorrenza all’Università di Düsseldorf, inizia sul quotidiano tedesco Die Welt la sua analisi della proposta della francese Alstom e della tedesca Siemens di fondere le loro attività ferroviarie. L’idea di creare un campione europeo di taglia tale da tener testa alla cinese Crrc, il maggior produttore di veicoli ferroviari del mondo, è accarezzata da molti politici e suscita echi favorevoli in larghi strati dell’opinione pubblica.

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→  settembre 3, 2018


L’Unione Europea e il sistema bancario tedesco
Franco Debenedetti.

La Germania, scrive Ernesto Galli della Loggia (“La scossa che manca a sinistra” del 30 Agosto) “se ne ride dei richiami di Bruxelles per la violazione del limite del suo attivo commerciale”. Non è così: a differenza delle regole sugli squilibri fiscali (i famosi parametri di Maastricht), quella sugli squilibri macroeconomici è costituita da 14 indicatori: la bilancia dei pagamenti, che non deve superare il 6% del PIL, è solo uno di essi. La Commissione, per valutare se un Paese sia in squilibrio macroeconomico, fa una valutazione complessiva di tutti gli indicatori: non risulta abbia offerto occasioni di ilarità. Altra cosa è sostenere che una politica che favorisse maggiori investimenti interni e aumenti salariali andrebbe a vantaggio di tutti, Germania compresa. Quanto all’altra accusa, di occultare “spudoratamente la situazione fallimentare di un pezzo del suo sistema creditizio”, ci si aspetta che affermazioni di tale potenziale impatto siano suffragate da qualche dato.

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→  luglio 25, 2017


“Aver privatizzato le rete” telefonica è stato un errore: è davvero questa la posizione del Governo, come afferma il sottosegretario Antonello Giacomelli? E, in questo caso, che cosa intende fare? Proporre la costituzione di una commissione d’inchiesta? A rispondere di tale errore, non potendo chiamare l’allora Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, chiamerà a giustificarsi l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi? L’attuale premier sta gestendo situazioni complicate su molti fronti, interni ed esteri, non credo che desideri perdere tempo a riscrivere i libri di storia. Ci permettiamo, rispettosamente, di suggerirgli non già una smentita ufficiale, che sarebbe troppo onore, ma un personale invito al sottosegretario a non impegnare la posizione del governo su argomenti che appartengono, al massimo, a dibattiti e convegni di reduci.

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→  giugno 14, 2017


di Franco Debenedetti e Nicola Rossi

Un sentiero stretto ma molto, molto virtuoso”: si parla di finanza pubblica, e a leggerlo sul Foglio del 30 maggio c’è da trasecolare. E invece è quello che “dimostra” il professor Marco Fortis: basta sommare crescita e avanzo primario, e noi tra le grandi economie siamo secondi solo alla Germania. Se cresciamo meno è solo perché facciamo meno spesa pubblica, non avessimo quel debito potremmo spendere quanto spende la Germania e cresceremmo come lei. Miracoli della germanofobia!

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→  maggio 16, 2017


Porta il momento di ottimismo che tutti attendevano: questa, ancor più che l’aver scampato il pericolo che per due volte ci aveva tenuti col fiato sospeso, è la posizione di forza con cui Emmanuel Macron arriva al tavolo europeo. Adesso tutti attendono che si riequilibri il rapporto tra Francia e Germania, che in passato aveva garantito il buon funzionamento dei meccanismi europei, comunitari prima e intergovernativi poi: questa è la priorità.

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→  aprile 19, 2017


Dire, come come ha fatto Luigi Zingales nella sua rubrica «Alla luce del Sole» di domenica 16 aprile, che è mancato finora un “dibattito serio” sull’Italia e l’euro, mi pare un po’ esagerato. Anzi questo giornale, secondo la sua posizione e tradizione, vi ha seriamente contribuito: solo nelle ultime settimane ricordo Bini Smaghi, Codogno, Fabbrini, Galli, e sono certo di far torto a molti. Forse il dibattito non è stato organicamente articolato e pubblicamente esposto con l’evidenza adeguata all’ampiezza che hanno conquistato le posizioni euroscettiche. Ben venga quindi l’approfondimento che egli propone. Tuttavia, prima che incominci il dibattito tra economisti, da non economista credo necessarie alcune riflessioni sul dibattito stesso: metodologiche e politiche.

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