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→  agosto 8, 2018


Impegni elettorali e rischi reali

n milione per cento è l’inflazione annuale prevista per il Venezuela: è come se con i 10mila euro con cui oggi si acquista un’utilitaria, tra un anno si potesse comprare solo un espresso. Sarà perché ricordo i racconti di chi frequentò la Germania durante la Repubblica di Weimar, o quelli di chi, in Italia, vide i redditi falcidiati e i patrimoni dissolti dopo le due guerre mondiali; sarà perché ho constatato di persona come l’inflazione distorca la contabilità interna, perturbi gli scambi internazionali, e influisca negativamente sulle decisioni imprenditoriali: considero l’iperinflazione uno dei fenomeni più disastrosi che può colpire un Paese. Non induca in errore la bassa inflazione in Europa di questi anni, e l’insistenza con cui si è cercato di farla salire: quando l’iperinflazione parte è una guerra senza bombe.

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→  luglio 28, 2018


Al direttore.

Quali possono essere le ragioni della perdita di 120 miliardi di $, la più grande in un giorno nella storia di Wall Street, che ha subito giovedì il titolo Facebook?

Ci saranno di certo quelli che vi avranno la “giusta punizione” per il comportamento incauto (o doloso) con cui Facebook si appropria dei nostri dati e li vende a chi ne approfitta per farci  comprare cose di  cui non abbiamo bisogno e farci esprimere valutazioni politiche che mai avremmo liberamente prese. Ma si dovranno rassegnare: dopo il tonfo di  giovedì, la quotazione di Facebook ha recuperato tutta la perdita seguente allo “scandalo” di Cambridge Analytica, ed è più alta dell’85,% degli ultimi 12 mesi.

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→  luglio 25, 2018


Governo del Cambiamento, si è voluto chiamare: e le occasioni per dimostrarlo, più in un modo che in quell’altro, certo la maggioranza non se le è fatte mancare. Non così nel caso della Cassa Depositi e Prestiti: lì, se poniamo mente non alle persone che ricopriranno le posizioni apicali, ma alle politiche che verranno perseguite, è prevedibile che il governo giallo-verde si ponga in linea di continuità con quelli precedenti. Per ragioni che risulteranno chiare esaminandone l’attività caso per caso.

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→  luglio 20, 2018


E’ per l’entità della multa che il caso Google-Android è eccezionale e prende i titoli: in realtà è solo l’ultimo di una serie. Questa inizia, Mario Monti commissario alla concorrenza, con il caso Microsoft-Media Player, esso pure bundling di un’applicazione con un sistema operativo; segue la vertenza, anch’essa plurimiliardaria, contro Apple (rectius contro il governo irlandese); la vexata quaestio della web-tax; infine la pretesa di imporre alle imprese Big-Tech una tassa sul fatturato. E si finisce per dimenticare la precedente altra multa a Google per la pubblicità dei suoi prodotti.

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→  luglio 12, 2018

Sul tema Giovanni Pons ha pubblicato un articolo, a cui ho risposto con un mio testo e con il rimando a un articolo di Carlo Bastasin

L’Italia nel vicolo cieco del debito pubblico. Nessuno sa come uscirne, urgono proposte nuove
di Giovanni Pons – Business Insider, 1 luglio 2018

Non passa giorno che qualcuno, sia esso un politico al governo o un economista con la ricetta in mano, dica la sua su come si può superare l’ostacolo del debito pubblico italiano, arrivato a oltrepassare i 2.300 miliardi di euro e il 132% del Pil (prodotto interno lordo). Ma nessuno sembra avere il bandolo della matassa in mano, la ricetta giusta per rientrare nella normalità e mettere il paese al riparo dalle oscillazioni del suo indice di fiducia, lo spread. Proprio domenica 1 luglio è arrivata l’ultima dichiarazione di Carlo Cottarelli, ex funzionario del Fondo Monetario Internazionale e dunque parzialmente allineato alla dottrina liberista che ha permeato quell’istituzione: “E’ impossibile ridurre il rapporto tra debito e Pil – ha detto – attraverso manovre espansive. Non esistono precedenti in nessun paese”. Ma poco più in là assistiamo alla visione opposta del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri che insiste nel proporre una manovra espansiva da 70 miliardi che includa Flat tax, riforma della legge Fornero e Reddito di cittadinanza. E se lo spread balzasse improvvisamente a 500 punti di fronte una prospettiva del genere Siri propone una soluzione inedita e per così dire ‘sovranista’: “Le famiglie italiane che hanno 5000 miliardi di liquidità tornino a riprendersi quelle quote del debito, pari a 780 miliardi, collocata presso investitori stranieri, che sono quelli che fanno girare la giostra dello spread”.

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→  giugno 24, 2018


La vera concorrenza.

“Per favore, sa indicarmi la strada per la Facoltà di Giurisprudenza?” La giovanetta a cui faccio la domanda, prima mi guarda tra il sorpreso e il diffidente, e poi: “in fondo a questa strada, giri a sinistra….saranno cinque minuti”. Sono a Trento per il Festival dell’Economia, un susseguirsi fitto di incontri, tra auditorium, teatri, università: e avevo dimenticato lo smartphone in albergo. Quest’anno il tema era le nuove tecnologie: non c’è stato uno degli eventi a cui ho assistito, in cui, parlandosi di Big Data, mancasse qualcuno che tirava fuori il solito refrain dei dati che ci vengono presi (sottratti, rubati, scippati….) e venduti. Una fallacia, come questo apologo può dimostrare.

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