Al Direttore.
Nella mia prima campagna elettorale, quella del 1994, andai a parlare, tra l’altro, anche in alcune sezioni di Rifondazione comunista. Il mio argomento preferito era spiegare perché l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge 300/1970), che riguarda il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, non era nell’interesse del lavoratore. Fui eletto.
Incontrai Pietro Ichino, che mi confermò nelle mie convinzioni, e mi passò l’articolato che aveva previsto per riformare quelle norme. Nella successiva XIII legislatura presentai la proposta di legge S 2075, “Disciplina del recesso del datore dal rapporto di lavoro”. Non passò, ma io continuai a occuparmi con passione della materia, fino al Jobs Act.
I referendum dell’8 giugno propongano l’abolizione proprio di quel che resta del Jobs Act. Per trentennale coerenza non andrò a votare e invito quanti simpatizzarono con la mia attività politica a fare altrettanto.
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giugno 6, 2025
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