Il futuro di Caselle è in mano ai privati

dicembre 28, 1997


Pubblicato In: Giornali, La Stampa


Nei giorni scorsi sui giornali finanziari si poteva leggere l’annuncio che Alitalia ha scelto il suo partner, l’olandese KLM. C’e’ ragione di pensare che questa soluzione, che era quella preferita dai vertici Alitalia, sia la piu’ vantaggiosa per l’azienda. L’altra soluzione, l’alleanza con Air France, era da alcuni caldeggiata in quanto questa e’ una societa’ a maggioranza pubblica, e di cui non e’ prevista a breve la vendita. La scelta KLM ha dunque il vantaggio di accelerare la vendita del residuo 51% che IRI ancora detiene in Alitalia.

Il settore industriale del trasporto aereo assume cosi’ anche in Italia una struttura definitiva: quella di un settore liberalizzato in cui agiscono piu’ soggetti in concorrenza tra loro. I protagonisti, compagnie aeree ed aeroporti, sono o privati o in via di privatizzazione: i loro comportamenti non sono piu’ determinati dalle decisioni di autorita’ amministrative nazionale o regionale, ma seguono proprie autonome strategie. Sviluppo e successo dipendono solo dall’iniziativa dei soggetti imprenditoriali, dalla loro abilita’ a muoversi nel campo di forza delle convenienze economiche.
Gli aeroporti italiani si stanno adeguando a questa nuova realta’: ha incominciato Bassolino, vendendo la maggioranza dell’aeroporto di Napoli alla BAA, la societa’ inglese che ha trasformato gli aeroporti londinesi in magneti industriali di enorme successo. Fiumicino e Malpensa seguono quella strada con ritardo, ma e’ chiaro ormai che gli aeroporti non sono piu’ strutture di servizio, subalterne alle compagnie aeree, bensi’ imprese autonome che in autonomia perseguono il proprio interesse aziendale.
E Caselle? Come si presenta Caselle a questa nuova sfida? Le sue attrezzature tecniche sono state recentemente alla ribalta perche’ valutate non idonee agli atterraggi strumentali in condizioni di scarsa visibilita’. Abbiamo assistito a furiose polemiche, alla caccia al responsabile; si e’ persino delirato di un complotto. Rimettere allo stato dell’arte luci e radiofari e’ facile, e contiamo che sara’ presto fatto. Interessa piuttosto un altro interrogativo: si sono accorti, a Caselle, che il loro mondo e’ cambiato? A preoccupare, piu’ che la visibilita’ delle piste, e’ la visione del vertice aziendale: ha la struttura per affrontare il nuovo contesto?

Caselle deve scegliere la propria strategia. Puo’ cercare un ragionevole accordo con Malpensa, oppure perseguire alleanze con chi pensa di essere danneggiato dall’accordo KLM-Alitalia e vuole riequilibrarlo. Puo’ andare a questi accordi da sola oppure come capofila di una rete di aeroporti dislocati sull’asse Torino Venezia. Ci si puo’ fin chiedere se Torino sarebbe meglio servita da uno shuttle aereo con Ginevra, o da un treno rapido con Malpensa.
Sia chiaro, si tratta solo di esempi, provocazioni formulate per ricordare che ogni situazione concorrenziale si apre a diverse strategie. Solo chi conosce i dati del problema puo’ dare concretezza alle ipotesi e valutarle. Il trasporto aereo e’ un’industria complessa, societa’ di consulenza si sono specializzate nell’analizzare situazioni locali, nel disegnare strategie, perfino nel cercare finanziamenti. Fino a ieri. l’incertezza sulle scelte Alitalia poteva – forse- essere pretesto per non decidere. Oggi che l’accordo con KLM e’ cosa fatta, il quadro e’ chiaro: abbiamo quindi il diritto di chiedere ai vertici di Sagat come lo stanno affrontando.
In questa attesa, due sono le considerazioni che sottoponiamo agli amministratori e al pubblico.
La prima e’ che bisognera’ prendere decisioni, rapide e forse anche audaci: una struttura proprietaria dove dominano gli azionisti pubblici, Comune, Regione, Camera di Commercio, e’ strutturalmente non adatta a prendere decisioni chiare e rapide. Per tutelare interessi pubblici, assai piu’ efficaci sono i contratti di concessione: almeno, in caso di inadempienza -poniamo il caso sull’efficienza degli impianti – Comuni e Regione eviterebbero di essere nello stesso tempo parte responsabile e parte lesa. La vendita a privati della totalita’ del pacchetto azionario e’ oggi di vitale urgenza per Torino e il Piemonte.
La seconda e’ che, nel nuovo contesto, non ci saranno neppure piu’ le orecchie per ascoltarci se dovessero risonare lamenti sulla emarginazione di Torino, sulle ingiustizie di cui siamo vittime. Il lavoro per Caselle non si potra’ implorarlo da Milano o pretenderelo da Roma, bisognera’ inventarselo. Fortunatamente, come dice il filosofo, non son poi poche le cose fra il cielo e la terra: basta cercarle.

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