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→  gennaio 28, 2015


Bisogna guardare alla crisi greca avendo in mente l’interesse dell’Italia: sembra ovvio al limite della banalità. Ma qual è l’interesse dell’Italia hanno in mente quelli che pensano che con Tsipras abbiamo trovato un alleato? Alleato per fare che?

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→  gennaio 22, 2015


La sconfitta dei privilegi

“Alle banche popolari quotate servono regole per un controllo più efficace dell’operato degli amministratori, un maggiore coinvolgimento degli azionisti in assemblea anche mediante deleghe. Come ho già osservato in passato, un intervento legislativo è necessario. La sconfitta dei privilegi con la riforma delle Popolari e modifiche statutarie, che pure abbiamo sollecitato, non possono essere risolutive”. Era il 3i maggio 2011, e a dirlo era Mario Draghi, allora Governatore della Banca d’Italia.

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→  gennaio 11, 2015


Nei terribili fatti di questo inizio d’anno e nelle prospettive terribili che aprono di fronte a noi l’immediata, spontanea, reazione dei “je suis Charlie” è la sola nota positiva.
Perché non concederci almeno l’ottimismo di pensare che dietro le migliaia di matite ci sia la maggioranza di un Paese in cui “liberté” ha risonanze senza distinzioni fra i “da” e i “di”, che al medioevo dell’assolutismo teocratico oppone istintivamente le armi della ragione con cui, secoli fa, lo sconfisse?

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→  gennaio 6, 2015


Al direttore.

“Se avessero messo Alan Turing in un sanatorio per froci – scrive l’elefantino del lunedì – oggi saremmo tutti sudditi del Terzo Reich, molto probabilmente”. Tutti? Non lo misero in un sanatorio prima, ma dopo, in un’aula di tribunale e in un ambulatorio medico: erano, a tutti gli effetti, “sudditi del Terzo Reich”. Molto volontariamente.

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→  dicembre 23, 2014


Caro Direttore,
spesso anch’io, come Fubini, ho sostenuto la tesi che occorrerebbe “il vaccino dei privati nelle aziende”: in Senato negli anni “sprecati” dell’Ulivo; e poi in quelli ( sprecati anch’essi?) in cui nel Cda di Iride, l’odierna Iren, cercando di far prevalere i propositi liberalizzatori del sindaco di Torino sull’arcigna difesa della proprietà municipale del sindaco di Genova; e poi ancora in occasione dello sciagurato referendum sull’acqua. Gli obiettivi dichiarati erano efficienza e apertura al mercato, ma i ricordi di Tangentopoli erano troppo vivi per non vedere nella separazione dei ruoli il pubblico a decidere e verificare, il privato ad eseguire anche un mezzo per levare spazio alla corruzione.

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→  dicembre 23, 2014


Era di 300 miliardi il piano per finanziare investimenti nei paesi dell’Europa quando l’allora candidato presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, l’aveva presentato al Parlamento di Strasburgo, guadagnandosi la perentoria indicazione al Consiglio d’Europa di nominarlo. È diventato di 315 un mese fa quando la Commissione l’ha presentato. Potrebbe crescere ancora se i singoli Stati investissero anche loro nello strumento. «The sky’s the limit»: ma quanto solide sono le fondamenta di questo grattacielo finanziario?

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