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→  febbraio 20, 2016


«C’è un potere oscuro in Lussemburgo, crea competenze nuove per l’Unione Europea, ora pretende la sottomissione dei giudici che proteggono la costituzione». Sono volate parole pesanti qualche giorno fa a Karlsruhe dove era riunito il secondo Senato, come è chiamata la Corte Costituzionale tedesca. Quelle riportate sono dell’avvocato di quanti avevano presentato ricorso contro la Bce, sostenendo che questa, annunciando i programma Omt era andata oltre il suo mandato, e così aveva fatto non politica monetaria, ma politica economica, che invece resta responsabilità degli Stati.

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→  febbraio 20, 2016


Noi metteremo il veto su qualsiasi tentativo che vuole andare a dare un tetto alla presenza di titoli di stato nel portafoglio delle banche e saremo, senza cedimento, di una coerenza e forza esemplare”, ha detto Matteo Renzi in Parlamento in vista del Consiglio europeo di Bruxelles. Il “tentativo” a cui si riferisce Renzi ha avuto luogo nelle discussioni sulla costituzione del Fondo europeo di garanzia dei depositi, la terza gamba mancante dell’Unione bancaria, dopo la Vigilanza, già in funzione, e il Fondo di risoluzione, che si sta lentamente accrescendo e si completerà nel 2024. Inoltre è stata emanata la direttiva Brrd, quella del bail-in. Il fatto che questo preveda che a coprire le perdite di una banca, dopo gli azionisti, gli obbligazionisti subordinati e gli obbligazionisti ordinari possano essere chiamati anche i depositanti con importi maggiori a 100.000 (quelli fino a quel limite godono già di un’assicurazione europea), rende il Fondo di garanzia sui depositi molto importante: in mancanza di che, al primo rumor di difficoltà di una banca, i depositanti correrebbero a ritirare i loro averi, accelerando così il processo verso il fallimento.

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→  febbraio 17, 2016


Al direttore.

Un miliardo e mezzo di anni fa due buchi neri si sono accoppiati. Credevano di farla franca, la Terra allora era bambina. Poi è cresciuta, e un miliardo e mezzo di anni dopo, li abbiamo scoperti. Oppure l’hanno fatto perché noi, probabilmente unici in tutto l’universo, mettessimo due fasci laser in croce e un par di specchi, e li trovassimo?

→  febbraio 5, 2016


Tutto è cominciato con il fallimento delle 4 banche: la bocciatura del piano governativo di salvataggio, applicazione per la prima volta, del meccanismo del bail in, vana ricerca di un colpevole su cui scaricare le proteste dei risparmiatori colpiti, primo scontro sulla “Germania a trazione tedesca” alla pre-riunione del Consiglio d’Europa. E’ quello l’innesco del brusco cambiamento di rotta del Governo Renzi nella politica verso l’Europa; da lì hanno origine i due temi del conflitto, uno sugli aiuti di Stato, l’altro sulla flessibilità di bilancio.

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→  gennaio 21, 2016


di Carlo Alberto Carnevale Maffè e Franco Debenedetti

La bad bank da tempo tiene il campo, da qualche giorno occupa le prime pagine dei giornali. Ma non è il solo strumento per affrontare la crisi delle sofferenze bancarie italiane. Qui vogliamo presentare un contributo complementare al dibattito: una soluzione nuova, perché possibile solo dal 1 gennaio 2016, con l’introduzione della Brrd (Direttiva bancaria di rimedi e risoluzione); di mercato, perché non ha bisogno di aiuti di Stato; equa, perché rispetta i diritti degli investitori. Ma che va a toccare la governance, cioè la questione che attraversa il nostro sistema bancario dalla sua privatizzazione: e questo farà discutere.

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→  gennaio 13, 2016


Non solo inutile, anche dannosa sarebbe per l’Italia una moratoria di 12-18 mesi per l’entrata in vigore della Brrd, Direttiva bancaria di recovery e resolution: è invece quella che ripetutamente chiedono Luigi Guiso e Luigi Zingales sul Sole 24 Ore, come ricordato anche su queste colonne. La Brrd prevede che in caso di bail-in venga annullato il valore delle obbligazioni ordinarie (per le azioni e le obbligazioni subordinate è già previsto fin dal 2013) e, se necessario, quota parte dei conti correnti superiori ai 100 mila euro; a questo rischio potenziale corrisponde un maggior tasso di interesse per la raccolta; e siccome le nostre banche hanno emesso molte più obbligazioni di quelle degli altri paesi europei, scrivono i due economisti, deve essere riconosciuto più tempo alle banche che le hanno emesse e alle famiglie che le hanno comperate.

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