→ maggio 15, 2020

Al direttore.
La favola prevede che ci siano la fanciulla, San Giorgio, e il drago. Che San Giorgio invece della spada avesse la bisaccia coi soldi, pazienza. Ma il drago dov’era?, la fanciulla l’ha quasi difeso. Senza drago e con una pessima regia, ad alcuni non è piaciuto.
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→ maggio 13, 2020

Lo dice perfino il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità: sui tamponi bisogna cambiare strategia. Perché solo adesso? C’era l’esempio del Veneto: perché in Lombardia no? Perché Sala deve mandare i tamponi da esaminare in Francia? Sono morti in troppi: indaghi un’alta commissione indipendente, prima che se ne occupi la magistratura. Senza adeguata capacità diagnostica la app di tracciatura sarà un flop.
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→ maggio 9, 2020

di Franco Debenedetti e Natale D’Amico
“Sui tamponi bisogna cambiare strategia, aumentando il numero di test”. A dirlo è Gianni Rezza il direttore di infettivologia dell’Iss dopo la diffusione dell’appello per tamponi di massa lanciato il 5 maggio da Andrea Crisanti, Luca Ricolfi, Giuseppe Valditara e sottoscritto dai professori di Lettera 150. E questo non solo per la fase 2, ma in generale: perché, aggiunge Rezza, “il Veneto ha fatto molto bene, ha fatto molti tamponi sul territorio: va fatto così in tutta Italia. Bisogna fare tamponi anche ad asintomatici e contatti stretti”.
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→ maggio 5, 2020

Caro Direttore,
Se fossi un congiunto, verresti a trovarmi. Se venissi a trovarmi, sarei un congiunto.
Il congiuntivo e il condizionale.
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→ aprile 30, 2020

C’è nell’aria odor di soldi, come mai prima d’ora: Recovery Fund, BCE, Banca d’investimento europea, SURE MES. Mariana Mazzucato confida a Repubblica il suo entusiasmo: “Ora uno Stato imprenditore, che decida dove investire! E’ l’occasione che abbiamo per trasformare l’economia italiana”. E poiché, fa osservare, è questa la ragione per cui Conte l’ha chiamata a febbraio” e poi, aggiungiamo noi, ha detto a Vittorio Colao di metterla nella sua task force, le appare l’occasione della sua vita: lo stato imprenditore, e con tanti soldi! E tutti soldi liberi, senza condizionalità, anche quelli del MES, che ci han pensato gli amici dei Cinque Stelle a fargli l’esame del sangue, e se ne trovavano una traccia facevano cadere il governo. Arrivati che saranno in cassa, ci penserà lei a mettere le condizionalità. Le aziende “prima le si aiuta, mettendo le clausole che rispetteranno, per esempio come e su che cosa investiremo”: poi ci sarà lo Stato “che agisce in simbiosi con le imprese, indirizzando e coordinando investimenti e iniziative e che dimostra di avere una strategia, una visione di quale economia viviamo”.
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→ aprile 29, 2020

Sono oggettivamente da regime dittatoriale autocratico le condizioni in cui ci fa vivere il lockdown. Sospese le libertà individuali, di muoversi nel territorio nazionale, di riunirsi, di manifestare; limitato il diritto di proprietà; ridotto a simbolica formalità il potere legislativo, quello delle camere elette, assunto dal potere esecutivo che agisce con propri decreti, e si fa legittimare da tecnocrati da lui stesso nominati. Costretti a vivere reclusi in ambienti ristretti, da cui si può uscire solo per le necessità indispensabili per la sopravvivenza. La vita sociale ridotta praticamente a zero, quella lavorativa limitata al cosiddetto smart working; che sarà anche la modalità del futuro, ma comporterà da un lato la taylorizzazione del lavoro impiegatizio per poterlo pagare a cottimo, dall’altro la perdita della “serendipity della macchina del caffè”. Tutto questo mentre il paese sprofonda in una crisi economica che lo fa arretrare di una generazione. I regimi autocratici si reggono sulla paura, perlopiù della morte: che qui è il possibile esito di un’agonia solitaria, dolorosa, interminabile.
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