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Vincitori e vinti nel vocabolario della crisi

Pubblicato il 12/10/2009 @ 22:27 in Giornali,Il Sole 24 Ore

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Dieci grandi esperti indicano i termini più d’attualità e quelli destinati all’oblio

Abs, cartolarizzazione, cdo: quali sono le parole, i neologismi sorti nel corso della crisi economica 2007-2008 cui possiamo dire addio? Quali termini finiranno (o vorremmo vedere finire) nel cassetto, nella speranza di non dover fare più i conti con il loro significato negli anni a venire? E quali termini invece potrebbero tenerci compagnia nei prossimi anni, arricchendo il dibattito e il nostro vocabolario quotidiano? L’abbiamo chiesto a dieci dei maggiori economisti italiani. A ognuno è stato domandato di individuare due termini, nati sulle labbra degli esperti per arrivare sulla bocca della gente comune, che abbiamo contrassegnato – nel male, quindi “out” – e siano destinati a contrassegnare – nel bene, quindi “in” – l’evoluzione dei cicli economici trascorsi e futuri. Parole da cui liberarsi quasi fossero zavorre, insomma, e vocaboli cui attaccarsi nella speranza che i sistemi economici siano più solidi e vigilati di un tempo. La risposta? Meno scontata di quella che si possa immaginare, come si può vedere dalle loro testimonianze raccolte qua sotto.

a cura di Luca Davi


FRANCO DEBENEDETTI

OUT: ETICA

Sistema di superleggi il cui mancato rispetto avrebbe prodotto la crisi. Cavallo di battaglia di chi incolpa i banchieri e speculatori, ma non trova quali leggi avrebbe violato. Produce un fastidioso rumore di fondo, che impedisce di individuare manchevolezze di regolazioni e regolatori, errori di governi e banche centrali. E’ il caso dei bonus: renderli più trasparenti, mirati al medio termine, ha senso. Invece la crociata indetta da Nicolas Sarkozy – dove i moralisti nostrani sgomitano per le prime file – con il suo armamentario di tetti e calmieri, ritarderà quando e frenerà come usciremo dalla crisi.

IN: BONUS
Parte variabile della remunerazione, legata ai risultati, oggi motivo di pesanti accuse. Alcune giustificate: erogare somme stratosferiche, dopo che le banche sono state salvate coi soldi dei contribuenti, lede la fiducia dei risparmiatori nel mercato. Altre, cavallo di battaglia dei paladini dell’etica negli affari, del tutto ingiustificate: che i bonus, in quanto incentivi perversi ad assumere rischi eccessivi, siano all’origine della grande crisi è non solo logicamente insostenibile, ma dimostrato falso da rigorose analisi empiriche.

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