Tv, quei pregiudizi della sinistra e la demonizzazione del Cavaliere

gennaio 29, 2005


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali

corrieredellasera_logo
La concentrazione di tre reti in mano a Rai e tre a Mediaset costituisce una anomalia del nostro sistema televisivo

La concentrazione di tre reti in mano a Rai e tre a Mediaset costituisce una anomalia del nostro sistema televisivo. La quota di risorse pubblicitarie catturata dalla televisione rispetto alla carta stampata è anch’essa una anomalia. Ma il fatto che esistano due anomalie non autorizza a pensare che l’una sia causa dell’altra. Questo è il senso del mio articolo pubblicato sul Sole 24 Ore di domenica scorsa, e che non è piaciuto a Salvatore Bragantini: secondo lui esibirei “l’ottimismo di Pangloss”.

Non granché come ottimista, dato che è da due anomalie che prende le mosse il mio ragionamento. A meno che essere ottimista non significhi avere fiducia che, dimostrando l’inconsistenza di un’ipotesi e portando dati a supporto di un’altra, si riesca a ragionare su fatti e non con pre-giudizi. Trova robusto sostegno nei dati la tesi che la “anomalia” del rapporto tra pubblicità TV e pubblicità sui giornali, dipenda dalla specializzazione delle nostre industrie e dalla loro dimensione. Sono loro gli utenti della pubblicità, e io invito a guardare il mondo dal loro lato, anzichè solo da quello dei fornitori. Ma per Bragantini, questo è guardare l’albero, peggio la corteccia, e non vedere la foresta. Sarà questo il peccato di ottimismo, credere che la struttura del nostro sistema di imprese sia (ancora) più descrivibile come foresta che come una corteccia? Non posso immaginarlo, tanto meno da parte di chi, come Bragantini, di quella foresta, del suo corretto alimentarsi e del suo ordinato crescere è stato, nei suoi anni in Consob, valido controllore.

Ai dati che porto, nei limiti di un articolo di giornale, e che sono distribuiti tra l’altro da Interdeco del gruppo editoriale Hachette, Bragantini oppone essenzialmente l’ipse dixit della relazione dell’Antitrust del 16.11.204. (che avevo commentata in un precedente articolo sempre sul Sole24Ore). Ma quel documento è uno studio, a conclusione del quale l’Autorità non ha neppure ritenuto di aprire un’indagine, non parliamo di arrivare a una decisione. Altro che aver individuato prezzi predatori!

La “realtà” che Bragantini mi accusa di non voler vedere per non demonizzare Berlusconi, è anche quella delle imprese, e delle loro scelte pubblicitarie. Ma è ideologico dedurre la correttezza di un ragionamento e dei dati su cui si fonda dalla sua efficacia politica. Dubbia efficacia, poi: un ragionamento sbagliato non è mai utile, e sovente é pericoloso. Purtroppo affiora ancora a volte nella parte politica in cui milito, ormai da oltre un decennio. Come quando si sostiene che la RAI non deve essere venduta perché potrebbe andare agli amici di Berlusconi, o che il digitale terrestre andava bene quando l’ha introdotto Maccanico ma diventa strumento del maligno quando lo implementa Gasparri. L’anomalia dello strapotere di Berlusconi é tutta politica: a correggerla, invece che conservarla come strumento di esecrazione, servirebbe tra l’altro comprendere perché glielo abbiamo consegnato e perché, quando potevamo, non l’abbiamo limitato. A dire queste cose si viene presi per Pangloss: e i Candide della sinistra continuano a zappare il loro orticello.

ARTICOLI CORRELATI
Per battere Berlusconi chiarezza una volta per tutte su tv, pubblicità e stampa
di Franco Debenedetti – Il Riformista, 04 febbraio 2005

Ipotesi controcorrente sul potere di Mediaset
di Franco Debenedetti – Il Sole 24 Ore, 23 gennaio 2005

Rai privata, basta indugi per l’Ulivo
di Franco Debenedetti – Il Corriere della Sera, 02 gennaio 2005

Invia questo articolo:
  • email
  • LinkedIn



Stampa questo articolo: