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Testo e contesto

Pubblicato il 04/12/2003 @ 12:17 in Giornali,Panorama


Irriverenza e servizio pubblico

Satira o comizio? Non ho visto la trasmissione di Sabina Guzzanti – e come potrei, dato che non guardo quasi mai la TV? – non ne ho quindi la minima idea. Ma non credo che sia questo l’interrogativo giusto. Fosse pure una girotondata, un condensato del “meglio” di Luttazzi e di Travaglio, di Piazza Navona e del Palavobis, perché – ancor più dato che siamo fuori da ogni campagna elettorale- non lo si può mandare in onda? Forse perché la share risulta troppo bassa? o perché scontenta i pubblicitari? o perché i costi di produzione sono eccessivi?

Questi sarebbero problemi da emittente privata. Ben altro rovello ha tormentato il mite direttore Paolo Ruffilli, la Presidente di garanzia Lucia Annunziata, i consiglieri di Amministrazione, la Commissione di Vigilanza: sarà compatibile la trasmissione con gli obblighi di servizio pubblico? Questo é il dubbio che li ha tormentati, questa la causa della censura – perché senza dubbio già é censura il pretendere la “licenza delli superiori”. Non il pavor berlusconianus, il timore di un pericolo esterno, ma uno scrupolo tutto interno alla loro coscienza: saremo adeguati allo status della RAI, dell’azienda pubblica che percepisce un canone, anzi di RAI 3 che, candidata ad essere finanziata dal solo canone, è la più pubblica di tutte le reti?

Ma se a causare la polemica più che il contenuto degli sketch della Guzzanti, é il mandarli in onda su una rete della RAI, se il problema più che il testo é il contesto, allora é chiaro che proprio lì sta anche il gusto. La trasgressione non consiste nell’irriverenza o nell’offesa in sè, ma nel portarla usando una rete pubblica; non sta nel ledere la maestà del Presidente del Consiglio, ma nel dissacrare il servizio pubblico. La conseguenza che ne deriva é paradossale: pluralismo e libertà di espressione, non solo non sono garantiti dal servizio pubblico, ma anzi trovano il proprio limite nella natura pubblica della RAI.

A volere a tutti costi che la RAI resti pubblica c’è anche Berlusconi (e, a differenza dei girotondini, per “solide” ragioni ). Logico che nella “partita doppia” tra obbiettivi perseguiti e conseguenze non volute ce ne sia anche per lui. Se pure Sabina Guzzanti dovesse essere estromessa, lo sarebbe per ragioni che hanno a che fare con la natura pubblica della Rai, titolare di pubblico servizio: ma a lui verrebbe addebitata, e aggiunta al conto dei Luttazzi, dei Chiambretti, e dei “bulgari” Biagi e Santoro.

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