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→  novembre 22, 2009

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L’approvazione del decreto Ronchi, battezzato come “privatizzazione dell’acqua”, ha suscitato una reazione negativa singolare per compattezza delle voci e per asprezza dei commenti: l’articolo di Paolo Rumiz (La Battaglia dell’acqua, la Repubblica 18 Novembre) ne è esempio emblematico. La reazione potrebbe essere dovuta a un riflusso negativo verso le privatizzazioni dei Governi Amato e Prodi, perché il tempo sbiadisce il ricordo di quanta fosse l’invadenza dello stato nell’economia, mentre la cronaca offre fresche ragioni per lamentarsi di disservizi.

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→  agosto 15, 2009

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Non è necessario che sia un’azienda pubblica a «fornire» una televisione che riguarda tutti i cittadini

Caro Direttore,

“La nozione di Servizio pubblico (SP)” implica “l’idea della tv come bene comune di importanza nazionale, al pari della luce, del gas, dei trasporti”, scrive Aldo Grasso (La Rai ha fatto una scelta di campo, Corriere della Sera del 10 Agosto). Proprio gli esempi che cita dimostrano che non è affatto necessario che un SP, quale certamente è la televisione, sia fornito da un’azienda pubblica, anzi che questa è, in generale, un’eccezione: l’energia elettrica è privatizzata e in concorrenza; nei trasporti, quelli su gomma, che ne costituiscono la parte più rilevante, sono la quintessenza del privato; largamente privati sono i trasporti aerei; e se il gas lo è in misura insoddisfacente, è per ragioni che con il SP hanno ben poco a vedere.

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→  maggio 27, 2007

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Il ddl Gentiloni rinuncia alla separazione societaria e prospetta una Fondazione: la politica non uscirà di scena

“Va da sé che […] potrebbe e dovrebbe essere messa in vendita ed offerta ad investitori e risparmiatori privati”. Soggetto è la società “a carattere commerciale e tenuta a sostenere le proprie attività attraverso la raccolta pubblicitaria”, una delle due in cui avrebbe dovuto essere divisa la RAI. Autore, in una lunga e circostanziata lettera al Corriere della Sera del 30 Dicembre 2004, è Romano Prodi, già in corsa per Palazzo Chigi “ Va da sé – era stata la facile risposta – che lo prendiamo in parola”.

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→  ottobre 13, 2005

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Polemiche. Con un articolo di Rognoni

Fa una certa impressione se a chiedere di distanziare i politici dall’azienda televisiva pubblica è un politico con una lunga storia alle spalle, appena mandato dalla politica ad amministrare la Rai. Fa impressione quando a farlo è una persona come Carlo Rognoni (“Mandiamo a casa questo cda. Non serve vendere un paio di reti Rai” Il Riformista del 6 Ottobre).

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→  dicembre 7, 2004

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Rai privata e novità del digitale terrestre

Due cose dice il Presidente dell’Antitrust a proposito della vendita al pubblico di azioni della RAI: primo, che resti tutta pubblica la società con obblighi di servizio pubblico e si metta in Borsa solo la parte a carattere commerciale finanziata dalla pubblicità; secondo, che per quest’ultima si definiscano regole di corporate governance che garantiscano un effettivo controllo dell’operato del management.

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→  dicembre 4, 2003


Irriverenza e servizio pubblico

Satira o comizio? Non ho visto la trasmissione di Sabina Guzzanti – e come potrei, dato che non guardo quasi mai la TV? – non ne ho quindi la minima idea. Ma non credo che sia questo l’interrogativo giusto. Fosse pure una girotondata, un condensato del “meglio” di Luttazzi e di Travaglio, di Piazza Navona e del Palavobis, perché – ancor più dato che siamo fuori da ogni campagna elettorale- non lo si può mandare in onda? Forse perché la share risulta troppo bassa? o perché scontenta i pubblicitari? o perché i costi di produzione sono eccessivi?

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