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Archivio per il Tag »servizio pubblico«

→  ottobre 9, 2019


Al direttore.

Rai radio classica, insieme al suo predecessore Fd5 Auditorium, è un prodotto dell’azienda Rai. Il suo valore è quello della sua immagine, costruita anno dopo anno sulle scelte di palinsesto, sulla correttezza con cui sono pronunciati i nomi dei pezzi trasmessi e dei loro esecutori: ma soprattutto sul fatto che “trasmette musica classica 24 ore al giorno senza interruzioni pubblicitarie”, come veniva orgogliosamente vantato. Così, in mezzo secolo, Rai classica è diventato un brand. Veniva: perché da diversi mesi la pubblicità è entrata anche in Radio classica. E, da qualche settimana, in modo sfrontato: il “buona idea, dottor Scotti” è infatti addirittura preceduto da una musichetta, la cui volgarità risalta ancor più al confronto di quelle il cui suono si è appena spento. Novità nella programmazione sono avvertite in un tempo lungo, pronunce scorrette possono essere giustificate come infortuni: l’irrompere della pubblicità è invece immediatamente percepito. E a soffrirne è il valore del brand. E’ come se, aprendo Wikipedia, trovassimo una striscia di pubblicità: il suo valore di fonte autorevole di informazioni sarebbe gravemente compromesso. C’è da chiedersi: i ricavi in conto economico di quei pochi secondi di annuncio sono maggiori della perdita in conto patrimoniale derivante dal danno al valore di un brand costruito in 50 anni? Il fastidio per l’inserimento della pubblicità riguarda un ascoltatore fedele dai tempi della filodiffusione. Ma la Rai è un’azienda pubblica: quindi la perdita di un valore immateriale dell’azienda è questione che riguarda ogni contribuente.

→  dicembre 4, 2015


Al direttore

Se a un’azienda che aveva in appalto un servizio pubblico (nei settori dell’acqua, energia, trasporti, servizi postali) oppure un servizio di call center ne subentra un’altra, questa dovrà: assumere tutti i lavoratori della precedente gestione; mantenere nel tempo i livelli occupazionali (qualunque cosa ciò voglia dire); applicare i contratti della precedente gestione, se più favorevoli ai dipendenti. E’ quello che vorrebbero imporre degli emendamenti introdotti nella legge delega per il recepimento di alcune direttive comunitarie appunto sugli appalti pubblici.

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→  gennaio 17, 2014


Le Poste sono il pezzo forte delle nuove “privatizzazioni” annunciate dal Governo. Privatizzazioni tra virgolette, dato che una vendita del 40% equivale all’emissione di obbligazioni perpetue a rendimento variabile, che però non rientrano nel debito pubblico come definito da Eurostat. La vendita totale non è prevista neppure come ipotesi: è quindi dichiarata la volontà del Tesoro di continuare a detenere il controllo.

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→  giugno 12, 2012


Intervista di Franco Insardà

«Oltre alla vigilanza Rai, adesso la vigilanza alla Rai: la Rai vigilata speciale». Con questo tweet sabato scorso Franco Debenedetti, per tre legislature senatore prima del Pds e poi dei Ds, ha fotografato la situazione di viale Mazzini e del rinnovo delle nomine nel consiglio di amministrazione, dopo l’annuncio dato dal premier Mario Monti dei nomi di Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi rispettivamente come presidente e direttore generale della Rai.

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→  marzo 20, 2012


dalla rubrica Peccati Capitali

Mettete una dozzina di persone intorno a un tavolo a parlare di Rai e subito salta su quello per cui «i partiti devono levare le mani da Viale Mazzini», quello che «solo un’azienda pubblica può fare Tv di qualità», quello che «prendiamo l’esempio dalla Bbc»: in ordine casuale.

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→  febbraio 22, 2012


dalla rubrica Peccati Capitali

Una telepredica violentemente denigratoria di Adriano Celentano, una danza millimetricamente spericolata di Belen Rodriguez. Per venire al sodo, lo scandalo di Sanremo è tutto lì, un’esibizione e un’esternazione (o viceversa, i termini sono intercambiabili). Perché star lì a strologare per pagine e pagine ( o tweet e tweet) su cosa ci fosse dietro l’una o sotto l’altra quando siamo abituati a ben altro? Lo scandalo é solo che vadano in onda sulla trasmissione più vista della TV di stato, finanziata dal canone.

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