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Archivio per il Tag »roberto speranza«

→  luglio 14, 2020


Al Direttore.

Nell’intervista al ministro Speranza non ho trovato traccia di risposta, e a dire il vero neppure di domanda, sulla questione centrale del modo in cui è stata gestita la pandemia in Italia. Sinteticamente, la questione dei tamponi; più precisamente, la questione dei dati. E’ chiaro, da decine di testimonianze professionali, da dichiarazioni di persone che hanno avuto la malattia, che i tamponi sono stati per lungo tempo razionati. Il Prof. Crisanti afferma che il buon risultato del Veneto è dovuto al suo avere contraddetto ordini precisi sulla limitazione dell’uso dei tamponi. Ricorderà, caro direttore, che all’inizio la cosa era stata giustificata con ragioni non propriamente cliniche, evitare cioè di presentare un quadro di contagio peggiore dei nostri vicini europei. Sull’argomento il Foglio ha pubblicato tre articoli a firma di Natale D’Amico e mia (1° aprile, 17 aprile, 16 giugno). Le indagini campionarie raccomandate da due presidenti emeriti dell’Istat non sono state eseguite. Secondo Luca Ricolfi (sull’Huffington Post), “il governo, che avrebbe tutto l’interesse a fare tamponi a tappeto per portare i contagi vicino allo zero prima dell’autunno, non fa nulla lasciando che le regioni ne facciano pochi pur di evitare di scoprire troppi nuovi casi in questa fase”. Il razionamento dei tamponi ha avuto e avrà conseguenze anche sul numero dei contagiati. Chi dà gli ordini, il ministero o le regioni? Il presidente Conte, che intende chiederlo, ritiene che “ragionevolmente lo stato di emergenza sarà prorogato”. Quanto ragionevole è chiedere la proroga se non si vuole fare quanto è necessario per misurare l’emergenza?

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