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→  aprile 24, 2002

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Dopo Francia e Germania

Dopo il risultato delle elezioni presidenziali in Francia, e di quelle regionali in Germania, la questione sollevata da Furio Colombo nell’editoriale di domenica (Opposizione: professionisti e volontari) assume un significato diverso. In due sensi: perché la dimensione del problema non è più solo quella italiana; e perché dobbiamo chiederci che cosa l’opposizione in Italia possa imparare dalla sconfitta della sinistra in Francia.

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→  marzo 30, 2002


Una tradizione della sinistra
da non dimenticare

C’è molto da discutere sulla lettura che Angelo d’Orsi ha dato del riformismo sulla Stampa di mercoledì.

Tenuto a battesimo da Bernstein, diventato maggiorenne con la Rivoluzione del ’17, il riformismo si ritroverebbe d’un balzo, maturo e pensoso, nel primo centrosinistra, per finire, snaturato in metamorfosi nominalistiche, decostruito in “convulsi progetti”, fungibile per Berlusconi come per “frange del centrosinistra”.

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→  marzo 29, 2002


La soddisfazione del riformista è grande per il successo di una manifestazione della propria parte politica

“Come ci si sente adesso dalle parti di voi riformisti?” mi chiede malizioso il mio interlocutore “se ha vinto Cofferati, voi siete stati sconfitti”.
Tocca allora dare una risposta chiara. La soddisfazione del riformista è grande per il successo di una manifestazione della propria parte politica, fatta da gente di cui condivide alcuni obbiettivi, diverse preferenze e non poche ostilità. Per essere piena, la soddisfazione ha bisogno però di essere reciproca.
E cioè che anche leader e militanti che hanno riempito il Circo massimo non sentano il riformista come una presenza ingombrante ed estranea.

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→  marzo 22, 2002


C’è una frattura quando i riformisti vengono chiamati traditori, e se ne chiede la proscrizione (è accaduto anche al sottoscritto).

C’è una frattura quando, come fa quotidianamente l’«Unità», a forza di accostare l’oggi a fascismo e nazismo, di vedere in ogni atto di governo un attentato alla Costituzione, di invocare interventi emergenziali del Capo delle Stato, si dà corpo e sostanza al fantasma del regime. AI regime la sola risposta non è quella delle urne, ma delle armi. Sta nell’aver creato questa atmosfera la terribile responsabilità, sia pur tutta politica e nulla penale, di chi ha spinto l’opposizione a toni, giorno dopo giorno, sempre più estremi: perché se le parole sono dette con convinzione, c’è sempre qualcuno che viene convinto.

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→  febbraio 8, 2002


I massimalisti alla guida?
Almeno saranno chiare le colpe della prossima sconfitta

Non si può per lunga tradizione corteggiare gli intellettuali adornando cortei, palchi e appelli, per poi fare spallucce dicendo “che volete, è solo un cinematografaro” quando prendono la parola in piazza e sostengono tesi sgradevoli. Per questo, mi pare abbia poco senso usare le citazioni del Moretti regista contro il Moretti oratore di piazza Navona. Badiamo alla sostanza.
La ricetta politica che Moretti ha proposto – tornate all’union sacrée da Dini e Di Pietro a Bertinotti – gode di vasta cittadinanza in una parte del centrosinistra. Non la condivido, ma non mi scandalizzo. Piuttosto, Moretti è stato utile nel rivelare che ciò che lo angustiava – siete divisi, non vi capiamo – è clamorosamente vero.

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→  maggio 29, 2001


Dopo il voto a sinistra

Chi vuol dare alle vittorie di Roma, Napoli e Torino il significato di una rivincita del centrosinistra sul 13 Maggio, commette un errore: cercare di trasformare il dato reale di vittorie vere ma amministrative in quello virtuale di una vittoria politica mancata, sminuisce la funzione dei sindaci eletti.
È forse utile ricordarlo ora che, con l’insediamento delle Camere, il centrosinistra deve definire le sue architetture interne. Intanto oggi si riunisce la segreteria dei Ds, chiamata a confrontarsi su tempi, modalità e percorsi del nuovo congresso. Che ruoteranno, inutile nasconderselo, intorno alla possibile leadership che ne potrebbe uscire.
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