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→  giugno 21, 1994


Lettera al Direttore

Giovedì scorso, in Commissione Industria, ho votato contro gli emendamenti al decreto sulla privatizzazione dell’Ina, a favore della tesi del Governo ed in modo difforme da Lega, Pds e Rifondazione. Credo di dovere spiegare a chi ha contribuito alla mia elezione la logica di tale  comportamento.

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→  maggio 9, 1994


Nelle privatizzazioni «il governo, ha scritto su «La Stampa» l’ex ministro dell’Industria Paolo Savona nella sua intervista alla Stampa, aveva deciso di valutare caso per caso quale dei tre obbiettivi (sviluppo, governabilità, diffu­sione dell’azionariato) dovesse essere privilegiato nell’interesse generale del Paese». Non sembra trattarsi di alternative diverse: il governo si legittima anche in ragione dello sviluppo che riesce, a promuovere, e la diffusione, dell’azionariato non è un bene in sé, ma solo se serve ad evitare intrecci di interessi che frenino lo sviluppo e vendichino il con­trollo. In realtà la vera scelta è tra il massimizzare i proventi per i venditori (l’Iri o il Tesoro) e il cogliere l’occasione delle pri­vatizzazioni per ridisegnare la mappa delle attività imprenditoriali nel Paese: nel senso, si sperava, della modernizzazione e dell’allargamento.

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→  ottobre 13, 1993


Prima Guarino, adesso Savona. Non stupisce che il processo di privatizzazione continui a produrre crisi e lacerazioni: privatizzare significa far cambiare di proprietà a una parte considerevole delle attività del paese, ridisegnarne la struttura finanziaria ed economica. Difficile non concordare col min. Savona nell’esigere che ciò avvenga in un quadro di regole e di obbiettivi espliciti e trasparenti: ma c’era bisogno di arrivare alla vigilia del lancio dell’operazione Credit per accorgersene? E la sua polemica è stata verso il presidente o verso i suoi colleghi di governo, presenti e passati? Difficile non essere d’accordo con il presidente Ciampi quando promette di ispirare le sue scelte a pragmatismo: ma l’obbiettivo del suo pragmatismo è l’ottimizzazione di tempi e ricavi, la stabilità dell’esistente, o la creazione di un mercato finanziario efficiente al servizio di un sistema industriale competitivo?

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→  luglio 22, 1992


Dopo la manovra – sono molte le aziende pubbliche di medie dimensioni che possono essere dismesse

I commenti e le opinioni che, numerosi e autorevoli, sono stati espressi sullo storico evento delle privatizzazioni si sono prevalentemente concentrati (e divisi) sulla reale intenzione della manovra, sulla struttura tecnica ideata per realizzarla, sugli strumenti finanziari con cui attuarla, sulla questione del 51 per cento. Mi sembra tuttavia che alla passione con cui si discute del come realizzare il processo, non corrisponda un pari approfondimento del perché farlo.

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