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→  marzo 24, 2023


Il mandato d’arresto contro Putin è un segnale anche per i nostri sedicenti pacifisti

Un anno fa, il 21 marzo 2022, il Foglio pubblicava un mio articolo a cui aveva dato il titolo “Una legge internazionale e un tribunale speciale per Putin”. La settimana precedente la stragrande maggioranza dell’Assemblea generale dell’Onu aveva riconosciuto che l’invasione di Putin dell’Ucraina manca di qualsiasi giustificazione legale, è un atto di aggressione in violazione dello statuto dell’Onu. Gli Stati, ma anche gli individui, possono portare la Russia a Strasburgo di fronte alla Echr; la International Criminal Court (Icc) dell’Aia può perseguire e punire i casi di genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità. Carla Del Ponte, la ex pg svizzera che aveva incriminato Milosevic e Karadzic, sperava di poter presto ottenere dai giudici il mandato di arresto per Putin, che così non sarebbe più potuto uscire dalla Russia. Esistevano già istituzioni che possono stabilire le responsabilità di Putin e dei suoi generali per violazione dei diritti umani, per crimini di guerra o crimini contro l’umanità, e da più parti già si premeva perché venissero attivate.

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→  dicembre 16, 2022


In che cosa credevano i riformisti?”, si chiede Alberto Mingardi, sul Foglio dell’8 dicembre. Certo non nel neoliberisme di cui forse non era neppure nato il nome. Credevano di poter costruire, attraverso il Partito democratico, un soggetto nuovo, capace di parlare agli elettori non nei termini del conflitto sociale ma in quelli di una crescita inclusiva. Credevano di avere ragione, e la sinistra pure, nel senso che pensavano di non essere solo dei soprammobili atti ad attirare il voto borghese. Credevo anch’io di avere ragione quando nella campagna elettorale del 1996 andavo nelle sezioni del Pci di Torino Mirafiori a spiegare perché fosse bene per i lavoratori eliminare il famoso articolo 18. Pietro Ichino l’avevo conosciuto alla Società umanitaria di Milano quando presentava “Il lavoro e il mercato, per un diritto del lavoro maggiorenne”. Era l’estate del 1997 quando Carlo Azeglio Ciampi, allora ministro del Tesoro del governo Prodi, mi telefonò per dirmi che avevano convinto Cofferati, e che Telecom Italia sarebbe stata tutta venduta. Era il 2002 quando uscì “Non basta dire NO”, dove raccoglievo i contributi di undici leader della sinistra, da Boeri a Trcu, da Ichino a Salvati, da Ranieri a Rossi.

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→  dicembre 8, 2022


Al direttore.

C’è una fallacia esistenziale in Putin: che la Russia è in guerra con l’intero mondo occidentale, che l’occidente vuole distruggere la Russia, dividerla, saccheggiare le sue risorse naturali, bandire la sua cultura e la sua arte. La guerra di Putin ha suscitato in occidente reazioni militari, politiche, economiche. Ma quasi nulla è stato detto sulla strampalata teoria con cui Putin giustifica la sua guerra.

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→  novembre 22, 2022


Risposta all’articolo di Francesco Damato su Il Dubbio del 18 Maggio

È uno scambio di persona quello in cui è incorso Francesco D’amato sul Dubbio del 18 Maggio.
Quello che nell’intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere “dà lezioni sul popolo al PD” è mio fratello. Ci vogliamo molto bene, ma io di nome faccio Franco e di cognome Debenedetti, tutto attaccato, lui Carlo e lui di cognome De Benedetti. Siamo entrambi ingegneri e nessun dei due è professore.

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→  ottobre 21, 2022


Caro Direttore,
se la foto di Mussolini è appesa al muro nella galleria di quelle di chi ha ricoperto la carica di ministro o di presidente del Consiglio, senza alcuna differenza né tanto meno enfasi, non vedo ragione di levarla. Anzi a dire il vero, vedo qualche ragione per lasciarla.

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→  ottobre 13, 2022


Al direttore.

Come reagire se Putin usa una bomba atomica tattica? Si tratta di una domanda estremamente importante, la risposta retroagisce sulla probabilità che Putin vi faccia ricorso. Tutti guardano agli Stati Uniti e Biden ha minacciato risposte adeguate. Come adeguate? Sanzioni no, tutto quello che era sanzionabile lo è già stato. Intervenire direttamente, Dio ne guardi, sarebbe la terza guerra mondiale. L’unica cosa è dare agli ucraini ancora più mezzi e ancor più potenti, magari aerei per attacco al suolo: una strada un po’ distorta per arrivare alla fine negoziata della guerra. Gli europei faranno come gli Usa su scala ridotta.

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