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→  luglio 8, 1999


Si isti et istae cur non ego?

“ Si isti et istae cur non ego?” Negli anni dal 1993 al 2000 l’Irlanda sarà cresciuta del 78%, la Spagna del 23, il Regno Unito del 19, la zona dell’euro del 18: e l’Italia del 13, peggio perfino della Germania.
La Spagna può snocciolare altri indicatori di crescita, quello del PIL dell’anno in corso, o quello dell’occupazione (che dal 1997 al 2000 fa registrare questa impressionante serie di aumenti percentuali: 2,9 – 3,4 – 2,6 – 2,4), o quello del capitale fisso. “L’Italia da dieci anni cresce di meno degli altri paesi tra cui abbiamo voluto essere, e questo è un problema di fondo”: l’ha riconosciuto Massimo D’Alema, nel suo intervento ieri al Senato.

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→  luglio 2, 1999


Nella battaglia sul DPEF ha vinto il sindacato

Nella battaglia sul DPEF ha vinto il sindacato. Che Massimo D’Alema potesse in parte arretrare dopo aver portato il colpo, era prevedibile; ma, complice il risultato di Bologna, la vittoria é stata più rapida, il risultato più netto.
Le pensioni continuano ad essere l’arma impropria della politica.

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→  agosto 4, 1995


Pensioni e privatizzazioni, due provvedimenti necessari per aumentare la fiducia dei mercati nel nostro Paese, ridurre il differenziale del tasso di interesse, migliorare i rapporti di cambio. Le pensioni sono state approvate: invece sulle privatizzazioni si sta verificando una situazione delicata. La legge sulle autorità di settore, approvata dal Senato, e discussa alla Camera per quattro mesi, è ritornata al Senato, dove incontra l’ostruzionismo di Rifondazione e critiche migliorative della maggioranza.

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→  dicembre 4, 1994


L’appello

Il premio nobel Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini, Maria Baldassarri, Romano Prodi e Franco Debenedetti chiedono entro giovedì prossimo adesioni presso il Corriere della Sera alla seguente dichiarazione:

“Lo stralcio delle misure di riordino previdenziale, concordato tra governo e sindacato, elimina dalla manovra finanziaria l’unico intervento strutturale e lungimirante, e cioè quelle misure che miravano a ristabilire l’equità intergenerazionale, lungamente trascurata dai regimi precedenti. Le misure necessarie erano ben note ed erano state recepite seppur frettolosamente nel programma del Governo. Sarebbe stato necessario affiancare alla riforma previdenziale altre misure per correggere il vero difetto della legge, quello di far gravare gran parte della riduzione del fabbisogno sui pensionati. Invece Governo e sindacati hanno scelto di abbandonare la riforma unendosi in un patto miope contro le generazioni future, che non votano e non scendono in piazza. Analogo discorso vale per i problemi di sanità e istruzione, colposamente trascurati. È essenziale che governo sindacati e Paese non rinviino ulteriormente ma portino a conclusione il discorso che avevano saggiamente aperto, invece di riprendere la disastrosa politica del rinvio”

Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini, Maria Baldassarri, Romano Prodi, Franco Debenedetti