→ Iscriviti
→  febbraio 15, 2000


“Dobbiamo navigare tra Scilla e Cariddi, creare competizione sul mercato del gas, ma senza danneggiare l’ENI; l’Italia aprirà il suo mercato interno se ci verranno garantite condizioni di reciprocità dai nostri partner europei.”
Questo il concetto espresso dal Ministro dell’Industria in Senato. E mentre ascoltavo le sue parole pensavo – spero che Enrico Letta non mi giudichi irrispettoso – ai taxi di Roma. Perché è chiaro che il cittadino si avvantaggerebbe se il comune liberalizzasse concessioni orari e tariffe: ma i taxi a Roma sono 6000, controllano probabilmente 20.000 voti, quale politico può permettersi di ignorarli?

leggi il resto ›

→  settembre 28, 1997


Il prossimo ottobre, mentre la guerra del Mugello assorbira’ l’attenzione pubblica, verranno assunte, c’e’ da scommettere con assai minore attenzione, due decisioni con conseguenze assai piu’ importanti per il paese. In quei giorni infatti il Governo scegliera’ il Presidente della nuova Autorita’ delle Comunicazioni, e i Presidenti di Camera e Senato nomineranno l’intera Antitrust, Presidente e cinque Commissari.

leggi il resto ›

→  agosto 9, 1997


Quale sarà il quadro competitivo del settore delle telecomunicazioni ai nastri di partenza del gennaio 1998, quando, cioè, entrerà in vigore la norma comunitaria che liberalizza la telefonia fissa?

Mercoledì scorso tutti i giornali riportavano le scandalizzate accuse sul prezzo della benzina: e poco oltre davano notizia dei propositi del ministro Maccanico sul futuro assetto delle telecomunicazioni. In una pagina si constatano i danni provocati dalla presenza di un operatore dominante in un mercato non sufficientemente concorrenziale; qualche pagina dopo si annuncia che un altro settore verrà “liberalizzato” rafforzando la posizione dominante dell’attuale monopolista. Nello stesso giorno.

leggi il resto ›

→  aprile 22, 1997


Al Direttore.

Credo fosse due anni fa, una calda giornata di sole. All’Università La Sapienza si dibatteva di liberalizzazione delle telecomunicazioni. E’ inaccettabile, sostenevo, che alla vigilia (fa fin tenerezza ripensarci!) del­la sua privatizzazione il monopolista pubblico si annetta anche il monopolio del cavo nelle città, e di I ì si conquisti l’ingresso nel settore te­levisivo. Lo sostenni con foga, tanto che Miro Allione, allora amministratore delegato di Stream, lasciò la sala indispettito. Se il suo suc­cessore Io sapesse avrebbe oggi un motivo in più per sorridere soddisfatto: Stet Telecom sta per concludere l’accordo che sancirà la sua entra­ta a vele spiegate nella televisione; non solo in quella via cavo, dove ormai più nessuno è in grado di contrastarla, ma in quella satellitare.

leggi il resto ›

→  aprile 2, 1996


«Liberisti battete un colpo», ha chiesto «Il Sole 24 Ore» del 27 marzo, traendo spun­to dalla «liquidazione im­propria sotto l’urgere del crack» predisposta dal Teso­ro per il banco di Napoli. Interrogandosi, alla fine, su quale sarebbe stata la posizione del Polo e dell’Ulivo di fronte alla vicenda, para­digmatica del perdurate dei salvataggi pubblici a fronte di disastri pubblici.

leggi il resto ›

→  gennaio 1, 1996


Tra tutte le democrazie europee occidentali l’Italia è quella che ha conosciuto e ancora conosce la più massiccia e pervasiva presenza dello Stato nei settori industriale e creditizio. Logico che le privatizzazioni incontrino particolari difficoltà di ordine politico e tecnico quando dalla generica enunciazione del programma si passa alla sua concreta implementazione.

leggi il resto ›