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→  maggio 26, 2001


Ai consumatori i costi del caso Montedison

Nel mercato francese dell’energia elettrica non si può entrare. Non si può vendendo energia, dato che EdF lo controlla al 90%; non si può comprando quote di EdF, al limite scalandola, dato che la società è posseduta al 100% dallo stato francese. Il quale, a ulteriore protezione del monopolio pubblico, in tutte le sedi, ultimamente anche il vertice di Stoccolma, ha cercato di limitare al minimo l’apertura del mercato elettrico europeo.

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→  novembre 18, 2000


Una questione importante

Perché dopo quella del gas non mettere sul mercato anche la rete di trasmissione dell’energia elettrica?
La decisione dell’Eni di quotare in Borsa la società che possiede la rete di trasporto ad alta pressione del gas, se non si limiterà alla sola vendita di una quota di minoranza, ma sarà presto seguita dalla perdita del controllo, è sicuramente un fatto positivo. Come tale sarà stata accolta– c’è da immaginare – da parte dell’Autorità di Pippo Ranci, che aveva indicato nella separazione proprietaria un tassello fondamentale per la liberalizzazione del mercato del gas, sentendosi peraltro rispondere che questo non si poteva fare perché avrebbe danneggiato gli azionisti.

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→  settembre 28, 2000


Asta competitiva o beauty contest?

Asta competitiva o beauty contest? Avvicinandosi la data d’inizio per le dismissioni delle centrali Enel, si ripropone la questione del metodo da adottare, che già aveva fatto discutere nel caso delle frequenze UMTS. Se ne è parlato pochi giorni fa in Confidustria, dove si è autorevolmente contestata la richiesta di Franco Tatò di procedere con l’asta. La vendita delle centrali è il “piatto forte” del piano di liberalizzazione del mercato dell’energia; il grado di concorrenza che si avrà dipende da quali imprese vi opereranno, e dalle loro strategie; e l’esito della selezione delle imprese dipende dalla procedura adottata.

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→  settembre 4, 2000


Annunciare una liberalizzazione non basta per produrre concorrenza. Nel mercato dell’energia elettrica, il decreto Bersani è stato l’annuncio, ma poi di sostanziale non è successo niente: gli italiani hanno cambiato fornitore per meno del 10% del loro fabbisogno. Speravamo in riduzioni di costo, e troviamo gli aumenti.

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→  aprile 1, 2000


Prima le parole, dopo la musica; oppure prima la musica, dopo le parole? Fanno venire alla mente la disputa settecentesca messa in versi dall’Abate Casti ( diventata poi il “Capriccio” di Hofmannstahl e Richard Strauss), le ricorrenti discussioni su liberalizzazioni e privatizzazioni.
L’accusa di avere privatizzato prima di aver liberalizzato, che alcuni muovono agli ultimi Governi, e di avere così consegnato i monopoli ai privati, ha poco fondamento: nella telefonia la concorrenza c’è, ed il controllo di Enel ed Eni é ancora saldamente in mano al Tesoro.

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→  febbraio 25, 2000


Coglie il cuore del problema il Presidente del Consiglio quando, nel suo scritto pubblicato dal Sole 24 Ore il 20 Febbraio, individua nella complessità e nella incisività i due parametri in base ai quali valutare il disegno di riassetto del settore del gas.
C’è una complessità oggettiva, la difficoltà di liberalizzare un sistema a rete; e c’è una complessità soggettiva, la resistenza del monopolista ad accettare la concorrenza.

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