→ Iscriviti
→  dicembre 13, 2023


Al direttore.

Se non proprio tutti, certo la maggior parte dei femminicidi non è conseguenza di uno scoppio improvviso di ira irrefrenabile: in ognuno di essi c’è una qualche forma di premeditazione, anche se non nel senso strettamente giuridico del termine. L’omicida ha avuto modo di essere cosciente delle conseguenze del suo atto; sa che verrà catturato, anzi sovente è lui stesso a consegnarsi; sa la conseguenza inevitabile a cui va incontro, non meno di 21 anni di reclusione. E io non riesco a immaginare che cosa possa suscitare nell’omicida un sentimento più forte dell’istinto di sopravvivenza, un sentimento che solo la scomparsa della donna possa sedare. Mi sembra quindi che il suicidio, a volte attuato, più sovente immaginato, sia una pulsione che non segue, ma che precede l’atto: i 106 femminicidi (2022) dovrebbero quindi essere contati anche nel novero dei suicidi, almeno di quelli tentati: 3.686 nel 2020, uno ogni 16 ore nel 2022, 822 (oltre a 763 tentati) da inizio anno. Se è così, le cause del femminicidio vanno ricercate non solo nella distorsione del rapporto con le donne, ma anche nell’incapacità di reggere i dolori della vita. E quindi le iniziative per eliminarlo non devono solo essere di educazione relazionale, ma anche di forza per resistere alle difficoltà della propria vita e di capacità di trovare mezzi per superarle. All’origine non c’è tanto la lesione dei presunti diritti del patriarcato, quanto l’incapacità di adempierne ai doveri.

leggi il resto ›

→  novembre 2, 2023


Al direttore.
È altamente probabile che molti di quelli che riempiono le piazze urlando a favore di Hamas, di quelli che hanno strappato le bandiere di Israele, molti dei professori che si rifiutano di firmare mozioni contro l’aggressione di Hamas, il 27 gennaio vorranno anche pubblicamente partecipare al Giorno della memoria. Come fanno a non sentire la contraddizione tra il ricordare il genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti, e il sostenere un movimento che ha nel proprio statuto l’obiettivo di farne un secondo, sterminando gli ebrei in quanto ebrei e cancellando Israele da qualunque carta geografica? Ricordare il passato dovrebbe servire al “mai più”: come fanno a dirlo coloro che sostengono un movimento politico che dice di battersi per “ancora una volta”? Problemi loro.

leggi il resto ›

→  ottobre 31, 2023


Al direttore.

Per L. Spitzer, citato da Michele Battini nel suo “Il Socialismo degli imbecilli”, l’etimologia di Rasse, race, razza, va ricondotta al lemma generatio, largamente usato dai teologi nella Spagna di Isabella la Cattolica. Era infatti la soluzione, codificata poi negli statuti della limpieza de sangre, per definire e classificare chi fosse ebreo sulla base della discendenza: gli ebrei erano una generatio nella quale tutte le colpe e in particolare la macula del deicidio sarebbe passata da padre in figlio attraverso le qualitates sanguinis. Tout se tien.

→  ottobre 27, 2023


Al direttore.

Commentando le recenti “Nozze” in scena alla Scala con la storica regia di Strehler, Alberto Mattioli scrive sul Foglio che “se la Scala crede davvero che Mozart, nel 2023, si faccia così allora abbiamo un problema”. Certo che non esistono le “Nozze di Figaro” “giuste” o “corrette”, men che mai “come le voleva Mozart”. Solo gli storici possono (forse) divertirsi a ricostruire i Rigoletti come li voleva Verdi o le Salome come le voleva Strauss: per noi, nove volte su dieci le regie di un Michieletto (tanto per fare un esempio) consentono di scoprire accordi nascosti e attualità insospettate.

leggi il resto ›

→  agosto 15, 2023

il “ruolo decisivo del governo nella decisione delle scelte strategiche” attribuito al 20% della rete TIM che la Meloni ha acquistato da KKR equivale, secondo me, a “un altro anello alla catena di aziende nazionalizzate dal suo governo”.

Sul tema si è sviluppato un doppio botta e risposta con il Foglio. Alla Meloni, sostiene Cerasa, sarebbe riuscito il gioco di prestigio, far sì che lo Stato non sia sovrano pur avendo il potere di “decidere sullo stato di eccezione” e lo stesso sarebbe successo con Alitalia. E la redazione fa il titolo mettendo un paragone con Draghi, abbastanza fuori luogo e del tutto fuori dal mio testo.

Quello che è certo è che lo scherzetto costerà ai contribuenti più di 2 miliardi di €.

leggi il resto ›

→  giugno 17, 2023


Una memoria pacificata e condivisa è un autentico bene pubblico. Per costruirla le scelte simboliche sono importanti e possono fare la differenza. Imprenditore, editore, innovatore della comunicazione e del costume, uomo politico, primo ministro, non c’è dubbio che Silvio Berlusconi abbia un posto nella storia.

leggi il resto ›