→ Iscriviti
→  giugno 23, 1996


Ai nuovi governi, negli altri Paesi, si concedono i conto giorni di lima di miele; ai nostri si concede un solo colpo in canna: i loro primi atti ne marca­no successi o insuccessi, fortune o disgrazie. Differenza cui non è probabilmente estranea la trasversalità di certi temi rispetto agli schieramenti politici, con le forze liberalizzatrici disperse tra pds e fi, quelle centrastico-con­servatrici arroccate in rc e an. Così è stato per Amato e Ciampi, che riuscirono tirando bene li pri­mo colpo. Così accadde a Berlu­sconi, che lo fallì nello scontro tra entusiasmi da campagna eletto­rale e realtà sociale del Paese. Così fu per il governo Dini, mar­cato sul nascere dall’obbiettivo di annacquare il progetto di riforma pensionistica. Quanto al governo Prodi, è un governo politico con maggioranza politica, ma la rego­la – Maastricht in vista – vale anche per lui.

leggi il resto ›

→  gennaio 8, 1996


L’At&t taglia 40 mila posti di lavoro, 24 mila dei quali riguardano posizioni manageriali; Telecom Italia ottiene la ‘rimodulazione’ delle tariffe, in pratica l’aumento del canone e delle telefonate urbane contro una riduzione di quelle interurbane e internazionali. È certamente un caso che le due notizie siano arrivate a distanza di un paio di giorni l’una dall’altra, ma entrambe fanno parte di uno stesso quadro, il futuro delle telecomunicazioni sotto le azioni combinate di progresso tecnologico e concorrenza.

leggi il resto ›

→  gennaio 7, 1996


La nuova legge americana sulle telecomunicazioni, che elimina i vincoli che finora segmentavano il mercato – tra telefonia a lunga distanza e telefonia urbana, tra cavo e telefono, tra produttori e distributori di programmi – è stata accolto con perplessità, o con esplicita preoccupazione, da alcuni nostri autorevoli commentatori. «La tecnologia ha sconfitto la politica», scrive Vittorio Zucconi (La Stampa del 3 febbraio). Mentre Furio Colombo (Repubblica del 3 e del 4 Febbraio) parla di sconfitta del consumatore e di vittoria del «capitalismo dal volto alieno». Sono giustificati questi severi giudizi?

leggi il resto ›

→  dicembre 24, 1995


Il procedere riluttante, la politica del ‘sì, ma…’ , costa al paese. Gli esempi dei costi inutili (per dirla chiaramente, degli sprechi) continuano ad arricchirsi. In Spagna è stata approvata la legge che liberalizza il settore delle telecomunicazioni via cavo, e sarà in vigore tra un paio di settimane: operatori privati, diversi dalla Telefónica de Españia, corrispondente alla nostra Telecom, potranno fornire servizi multimediali, trasmissione dati, telefonia vocale dal 1998. La legge spagnola andrebbe integrata con disposizioni che consentano di eliminare davvero gli squilibri dovuti alla presenza del monopolio. Ciò che conta è che gli spagnoli sono arrivati prima di noi a lanciare un segnale ai mercati, e agli investitori.

leggi il resto ›

→  dicembre 6, 1995


«Si, ma…» potrebbe essere il motto della via italiana alle liberalizzazioni. «L’Italia ha già fatto abbastanza» ha replicato Sante Perticaro, presidente della commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, ai rilievi mossi da Bruxelles: come se liberalizzare fosse una tassa, da pagare a rate ed il più tardi possibile, anziché una misura che fa risparmiare’ ai consumatori e dà stimoli all’economia.

leggi il resto ›

→  novembre 4, 1995


Negli Stati Uniti quotare un’impresa si dice to go public: a indicare che una società quotata può essere ‘di tutti’. In Italia invece ciò che è pubblico è, per definizione, sottratto alla competizione per la proprietà, quel meccanismo che, consentendo alla persona più idonea di controllare l’impresa, permette al sistema di raggiungere l’efficienza ottimale. Questa osservazione linguistica di Giacomo Vaciago sembra adattarsi assai bene a due vicende recenti, la vendita della prima tranche di Eni e l’acquisizione della Hartmann&Braun da parte di Finmeccanica.

leggi il resto ›