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Archivio per il Tag »Jonathan Franzen«

→  febbraio 14, 2012


Gentile Francesco Piccolo, strepitose le sue riflessioni a partire da «The Artist» sulla «Lettura» di domenica. Non ho visto il film; ora penso che, o non andrò a vederlo o, se ci andrò, avrò i suoi occhi, come si diceva una volta. Sono però incespicato sulla frase: «Bersani e Camusso difendono l’articolo 18». Controllare con sua zia le sarà facile, forse meno con Jonathan Franzen, ma in ogni caso sono molti a difendere quell’articolo, nel ceto medio riflessivo e tra gli intellettuali chiamati a rappresentarlo. E allora mi domando se, nel contesto del pezzo, non sarebbe stato appropriato rovesciare la frase. Nel senso che è l’art. 18 a difendere Pier Luigi Bersani e Susanna Camusso: gli «artisti» sono loro.

→  ottobre 27, 2010

Intervista di Mariarosa Mancuso, giornalista della Radiotelevisione Svizzera, a Franco Debenedetti e a Francesco Pacifico, scrittore di Storia della mia purezza, su Freedom, ultimo romanzo di Jonathan Franzen.

L’intervista a Franco Debenedetti

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→  ottobre 10, 2010


Patty Berglund, la protagonista di Freedom di Jonathan Franzen, si domanda se la sua vita non sarebbe stata differente se avesse interrotto la lettura di Guerra e Pace prima di arrivare alle pagine in cui Natasha Rostova, destinata a Pierre, s’innamora del suo amico il Principe Andrei. Forse, pensa, non avrebbe ceduto all’attrazione per Richard Katz, il trasgressivo cantante rock, l’esatto opposto del suo amico del cuore Walter. E’ Walter quello che Patty sposa, ma quell’attrazione rimane sepolta nel suo cuore, dovranno passare trent’anni perché esploda.

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→  ottobre 5, 2010


Lettera al direttore

Versione da Franzen (a proposito di “sinistra carina”): “C’era sempre stato qualcosa di non completamente giusto nei Berglund” si dicevano i loro vicini. Sono “il tipo di quei super-colpevoli di sinistra che hanno bisogno di perdonare tutti in modo che possa essere perdonata la loro buona fortuna, quelli a cui manca il coraggio del loro privilegio”.

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→  settembre 26, 2010


di Francesco Pacifico.

«Freedom» scatena polemiche e divide i lettori: scettici ed entusiasti. Ecco le loro ragioni.

Jonathan Franzen torna nelle librerie americane con un nuovo romanzo, Freedom, a un decennio dal successo delle Correzioni, e in America si formano due fronti rumorosi di detrattori e sostenitori, mentre «Time» gli dedica una copertina, come a uno scrittore non capitava dal 2000. Il libro è troppo coinvolgente per rivelarne le trame multiple e intrecciate – si parte comunque dal binomio letterario americano di famiglia disfunzionale e tardo capitalismo già affrontato nelle Correzioni – ma voglio lasciare ai due fronti in lotta il compito di illustrare pregi e difetti.

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→  settembre 18, 2010


Lettera al direttore

“We just think it’s important to be aware and always be remembering”, fa dire Jonathan Franzen in “Freedom” all’ebrea Tamara. Una consapevolezza e una memoria che molti, che pur non hanno tutti i nonni ebrei (e magari nessuna nonna), considerano costitutive della propria identità. Per questo, quel “con sangue ebreo” nel pedigree di Sarkozy, sul suo giornale, mi ha colpito “come una stonatura”.

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