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Archivio per il Tag »Il Folgio«

→  febbraio 17, 2022


Al direttore.
Abbiamo corso il rischio di diventare prigionieri del green pass, scrive Susanna Tamaro sul Corriere del 16 febbraio. Infatti non è potuta entrare in un negozio dove voleva comperare un paio di scarponcini da montagna, avendo il documento scaduto da un giorno: ma se sono scaduti, neanche con la patente si può guidare né col passaporto espatriare. Si scandalizza per lo spreco di denaro pubblico perché forze dell’ordine inseguono cardiopatici in passeggiata pei boschi senza mascherine: roba da segnalare per la spending review. Io avevo 87 anni quando è arrivato il Covid: mi ha portato via, nella più ottimistica (?) previsione, il 20 per cento della mia aspettativa di vita sociale. Finché è arrivato il green pass. Grazie alle norme che ne impongono il controllo, ho ricominciato ad avere vita di relazione, treno, teatri, convegni, ristoranti, amici, in (relativa) tranquillità. Altro che prigionieri, il green pass ci ha resi liberi: liberi di fare vita sociale, liberi dalla paura. Liberi di andare là dove ci porta il cuore.

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→  marzo 29, 2018


Adesso che si è mossa la Federal Trade Commission, la vicenda Facebook si è istituzionalizzata e prende un indirizzo preciso. L’ufficio per la protezione dei consumatori ha reso noto che prende molto sul serio le notizie stampa che sollevano forti preoccupazioni su come Facebook protegge la privacy, e che ha iniziato un’indagine non pubblica sulle pratiche adottate dall’azienda. Sarà particolarmente severa, dato che a Facebook erano già stati imposti provvedimenti. Finora invece la vicenda era stata descritta nei modi più disparati. “Scandalo”, il più frequentato, una valutazione morale che nulla dice della causa. “Sfruttamento dei dati personali”, con riferimento alla polemica sul loro valore venale. “Pericolo per la democrazia” per il (reale? potenziale?) potere dei messaggi. “Fallimento”, come sulla copertina dell’Economist, per la perdita in valore delle azioni del gigante di Menlo Park. E l’onnicomprensivo “BAADD” (Big, Anti-competitive, Addictive and Destructive to Democracy), buono per tutti i BigTech. Adesso si sa di che si parla: di possibile lesione dei diritti di privacy dei consumatori, in questo caso di social media.

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