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→  febbraio 22, 2022


Al direttore.
Hanno dichiarato non ammissibile l’omicidio del consenziente. E quello dell’implorante?

→  febbraio 16, 2022


Caro Cerasa,

vorrei raccontarti una storia straordinaria, in sé e rispetto a quelle per cui ti scrivono; l’ho trovata su QUORA+. La sera prima di morire, Einstein, scritti ancora alcuni appunti sulla sua passione, una teoria unificata dei campi, riposti carta e matita sul comodino, disse alla suora che lo assisteva: “Penso di volermi riposare un poco”. La suora, l’ultima persona con cui Einstein si intrattenne, racconta che aveva spostato il suo letto, perché dalla finestra egli potesse ammirare il piccolo giardino rotondo. “Professore, crede che questo giardino l’abbia fatto Iddio?” “Sì, rispose Einstein, Dio è sia il giardiniere sia il giardino”. “Oh, disse la suora, così non l’avevo ancora mai guardato”. Al che Einstein: “Sì, e io ho passato tutta la mia vita per riuscire a gettare uno sguardo su di lui mentre fa il suo lavoro”.

→  febbraio 3, 2022


Al direttore.

Sergio Mattarella, che per mesi e mesi aveva ribadito di voler chiudere il suo settennato alla scadenza naturale, quando vedeva che, al succedersi delle votazioni, crescevano i consensi sul suo nome, avrebbe potuto ribadire la propria indisponibilità: a sostenerlo è stato Fabio Dragoni, della Verità, a “DiMartedì”, di Giovanni Floris su La 7 (minuto 35). Evidentemente non sa che la Costituzione (art.87) tra i poteri del presidente della Repubblica mette quello di indirizzare messaggi alle Camere, con modalità rigorosamente precisate. E’ ovvio che un intervento sull’espressione della propria volontà di un parlamentare, o sulle determinazioni dei partiti, mentre sono in corso votazioni sarebbe gravemente improprio, probabilmente al limite di una violazione della Costituzione. Come se non bastasse, Dragoni aggiunge che “Mattarella ha giocato la sua partita e l’ha vinta”: parole che conviene non commentare perché risuonino nella loro insultante assurdità. Ma riportare, perché rimangano a disdoro di chi le ha pronunciate.

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→  gennaio 30, 2022


Dopo il first best c’è lui. Buone notizie per il futuro.

Adesso il peggio sarebbe quello di dare al secondo mandato a Mattarella un significato negativo, di remedium peccatorum degli altri. Bisogna invece coglierne il significato positivo, di unanime approvazione di quello che, del tormentato settennato che gli è toccato in sorte, è stata la sua scelta più significativa: quella di Draghi a capo del governo.

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→  gennaio 21, 2022


Al direttore.

La somma delle percentuali di chi vorrebbe Draghi al Quirinale e di chi lo vorrebbe a Palazzo Chigi è probabilmente 100: e ciò che secondo me li accomuna è che tutti considerano il prestigio e l’autorevolezza che ha accumulato nei vari incarichi ricoperti nella sua vita, come il valore che ci protegge dalle nostre debolezze, a partire dal debito. Ma allora dovrebbe essere evidente che questo lo si ottiene meglio dal Quirinale per sette anni piuttosto che da Palazzo Chigi in 14 mesi di prevedibile campagna elettorale. E poi, in un caso e nell’altro, a quali condizioni?

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→  gennaio 15, 2022


Al Direttore.

Se al Quirinale non ci va Draghi, perché i partiti non vogliono, e non resta Mattarella, perché non vuole lui, ci andrà qualcuno con cui non si ristabilirà l’intesa tra i due, che è stata alla base di questo Governo. La situazione in cui vive il Paese – Covid, inflazione, necessità di fornire sostegno a famiglie e settori in difficoltà – impone decisioni che i partiti troveranno impopolari. Premessa maggiore: i partiti vogliono Draghi a palazzo Chigi per sfruttarne il prestigio, mentre nella sostanza lo arrostiscono a fuoco lento. Premessa minore: Draghi è troppo accorto, saprà evitare che qualcuno faccia finire male il suo curriculum stellare. Conclusione del sillogismo: il solo modo per non perdere Draghi è mandarlo al Quirinale.

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