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→  maggio 10, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

“E’ per meglio mangiarti, nipotina mia!”. Quando ho letto che i finanzieri si dovranno presentare per le ispezioni in borghese e non in divisa, come in un flash ho rivisto l’immagine del lupo nel libro delle fiabe, con la cuffietta della nonna di Cappuccetto Rosso. E’ il nuovo corso del “Fisco forte e gentile”. Il Ministro Tremonti inserisce nel decreto sviluppo norme su durata e frequenza dei controlli, e sanzioni per il pubblico ufficiale che assilli o vessi un’azienda. Il direttore generale Befera, mette sul sito dell’Agenzia delle Entrate una lettera in cui minaccia sanzioni “nessuna esclusa” a chi si rendesse colpevole di atteggiamenti vessatori: “soprusi e arroganza apparentano il fisco agli estorsori”. Sante parole: si meritano un’apertura di credito?

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→  aprile 28, 2011


di Lina Palmerini

L’Opa Lactalis non azzera la strategia di Giulio Tremonti messa sul tappeto – politicamente – soprattutto dalle parole del premier su Parmalat. Quella difesa a un’Opa «non ostile» e alle regole del mercato ha messo in allarme non solo il ministro dell’Economia ma il suo potente alleato leghista sul fatto che adesso – fallita la difesa dell’italianità a Collecchio – possa saltare il decreto sul fondo presso la Cassa depositi e prestiti a sostegno delle imprese italiane nei settori strategici. È quella la frontiera su cui adesso si batterà il Carroccio portandosi anche un pezzo di Pdl vicino all’idea tremontiana.

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→  aprile 8, 2011


La sconfitta di Cesare Geronzi in Generali va letta in continuità con l’estromissione di Alessandro Profumo da Unicredit, e, risalendo ancora più addietro, con quella di Vincenzo Maranghi da Mediobanca. Dal quadro emerge in tutta evidenza il rafforzamento delle Fondazioni di origine bancaria.

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→  ottobre 20, 2010


di Carlo Stagnaro

Tra beni immobiliari e società controllate, gran parte del patrimonio pubblico è di regioni e comuni. Tremonti li incalzi

Il programma con cui il Pdl ha vinto le elezioni prevede la “liberalizzazione dei servizi privati e pubblici” e la “liquidazione delle società pubbliche non essenziali”. Le due cose vanno assieme, o non vanno: la privatizzazione di un monopolio è il mero trasferimento di una rendita, la liberalizzazione in presenza di colossi pubblici è fatalmente monca. In più, la cessione di beni mobiliari e immobiliari può sia fornire risorse al governo, sia rivitalizzare il mercato. Ma quali sono gli asset alienabili?

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→  ottobre 18, 2010



Vendere, vendere, vendere. Ma vendere allegramente, orgogliosamente, per finanziare cultura, sapere, ricerca, crescita. Per ridurre il debito pubblico, che è largamente inferiore al valore del patrimonio immobiliare dello stato italiano. Vendere per allargare il settore privato e ridimensionare l’abnorme spazio del pubblico. Uno spazio che sa del secolo scorso e di quello che lo precede, un anacronismo, uno spreco inutile nella forma dell’immobilizzo. Vendere e liberalizzare, autorizzare, creare condizioni di business, far circolare i capitali privati (che sono ingenti e paralizzati dalla paura), agganciarli a una strategia della ripresa. Qualche caserma dismessa in meno, qualche grattacielo in più.

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→  giugno 2, 2010


Dopo l’intervista di Tremonti

Caro Direttore, «Non ci sono dubbi: la maglia delle regole che pesa sull’ economia e la soffoca è ormai divenuta tanto soffocante da creare un nuovo Medioevo. Una cosa che vorrei fare è una norma rivoluzionaria per cui tutto è libero tranne ciò che è vietato dalla legge penale o europea: una norma rivoluzionaria, per due o tre anni. E io, oltre a proporla, vorrei essere tra i firmatari». Parole di Giulio Tremonti, ministro dell’ Economia in carica, dette concludendo l’ estesa intervista ad Aldo Cazzullo (Corriere di lunedì 31 maggio) su una legge importante e difficile, per la quale ha dovuto impegnare tutta la sua credibilità, superando tensioni con i colleghi e col premier.

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