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Archivio per il Tag »Franco Barnabè«

→  ottobre 8, 2013


Al direttore.

Chi assicura la sicurezza? E’ contraddittorio chiudere una discussione sulla sicurezza per ragioni di sicurezza. Dicendo che, per la nostra sicurezza, deve essere assicurato il controllo nazionale della rete telefonica, senza spiegare dettagliatamente perché, si propagano notizie che, se non sono false e tendenziose, ledono la sicurezza pubblica. Da quali pericoli dobbiamo proteggere la nostra rete? Le intercettazioni ci sono dall’epoca di Stay Behind, con Prisma siamo alla perfezione. Quanto al sabotaggio, credo che esista da qualche parte una legge che lo vieta, e il governo dispone dell’esercito.

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→  luglio 5, 2011


Caro Direttore,
devo ringraziare Massimo Mucchetti: non fosse per lui non mi sarebbe venuto in mente di supporre lo scambio tra Franco Bernabé e Franco Romani, la marcia indietro dell’uno sulla confisca (strisciante?) della rete fissa contro la marcia indietro (definitiva?) dell’altro sull’arruolamento di Santoro alla La7. Dopodiché, “a conti fatti”, le mie riflessioni procedono in direzione opposta alle sue: Mucchetti si muove, per così dire, verso valle, e ne trae considerazioni sul conflitto di interessi e sui rapporti tra industria ed editoria; io invece guardo a monte, alla questione da cui il fatto ha origine: la questione dei diritti di proprietà sulla rete.

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→  luglio 3, 2011


di Massimo Mucchetti

Con «Annozero» la tv di Telecom avrebbe problemi. E così Bernabé…

Due cattivi pensieri? Ecco il primo: il premier non è intervenuto su Telecom Italia per bloccare l’ ingaggio di Michele Santoro a La 7; è stato Franco Bernabé a usare la minaccia Santoro per stoppare il ministro Romani, che voleva inserire l’ esproprio della rete Telecom nella manovra sui conti pubblici. Un tale provvedimento avrebbe vanificato tre anni di resistenza dell’ azienda al governo e ad alcuni dei suoi stessi soci, Cesare Geronzi in primis.

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→  febbraio 15, 2010

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Gli alti costi hanno sinora impedito gli investimenti su Internet La via d’uscita? Un’iniziativa mista tra privati e soggetti pubblici

di Massimo Mucchetti

L’Autorità delle Comunicazioni preme su Telecom Italia affinché si impegni a costruire una rete di nuova generazione in banda larga che via via sostituisca la fibra ottica al vecchio cavo di rame. Ma l’ex monopolio guidato da Franco Bernabè fa orecchie da mercante, perché l’investimento non darebbe adeguati ritorni in tempi adatti a una società quotata e gravata da un debito rilevante, lascito di passate gestioni. Le tariffe A marzo, il collegio presieduto da Corrado Calabrò deve rivedere le tariffe che i concorrenti, privi di rete propria, pagano a Telecom per l’accesso all’infrastruttura fissa. Potrebbe essere questa l’occasione per ridefinire la remunerazione del capitale investito, oggi pari al 10,2%, che sta alla base della tariffa per l’accesso, qualora Bernabè continui a resistere.

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→  aprile 8, 1999


Gli annunci che i due contendenti per il con­trollo di Telecom pub­blicano sui giornali fanno ap­pello agli interessi individua­li. Ma sono in gioco anche in­teressi collettivi, a quelli de­ve pensare il Governo. Il quale si trova in una posizio­ne anomala: col suo 3,4% è ancora un azionista, ma, avendo deciso di uscire dalla gestione, non può giudicare su piani industriali. Per esse­re neutrale ha deciso di non partecipare all’assemblea. A ben vedere, la sola posizione neutrale sarebbe quella di non avere azioni in mano. Da un lato, per partecipare man­tenendo la neutralità, do­vrebbe immaginare quanti tra quelli che avrebbero comperato le azioni si pronuncerebbero oggi a favore delle misure antiscalata che Franco Bernabè sollecita; e si sa che non è neppure certo che, tra risparmiatori e fondi, si arrivi a mettere insieme il 30% del capitale. Se al con­trario votasse a favore delle misure antiscalata, sarebbe certamente contro lo sfidan­te.

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→  marzo 2, 1999


È diventato un luogo comune: l’Opa su Telecom ha cambia to il volto al capitalismo italiano. Ma i luoghi comuni, quando si usurano, bloccano il ragionamen­to; mentre bisognerebbe chiedersi: lo cambia, ma in che senso?

Contro la banalità dei luoghi co­muni serve la provocazione del pa­radosso. Come quello proposto da Francesco Giavazzi (Utile lezione da un assalto, Corriere della Sera del 24 febbraio): egli autorevolmen­te nota che è stato il Tesoro ad imporre la scelta di Franco Bernabè, e che è di nomina governativa il più numeroso gruppo di consi­glieri di amministrazione. Da qui la sorprendente conclusione: si è «di fatto cancellata la privatizzazione» di Telecom. Se è così, allora l’Opa abbia o meno successo, va vista come un episodio della storia delle privatizzazioni italiane.

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