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Archivio per il Tag »finanza pubblica«

→  aprile 14, 2012


di Lamberto Dini e Natale D’Amico

Caro direttore, in questi giorni i mercati hanno di nuovo dato segnali di sfiducia nei confronti del nostro debito sovrano II famigerato spread (la differenza fra il rendimento dei nostri titoli e quello degli analoghi titoli tedeschi) è tornato a salire. Ciò avviene nonostante le ingenti manone di correzione dei conti pubblici messe in campo nel 2011, specie dal governo Monti, che hanno portato la pressione fiscale su famiglie e imprese a un livello record sia rispetto alla nostra storia passata sia nel confronto internazionale.

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→  aprile 11, 2002


Il prossimo convegno di Parma sarà l’occasione per gli industriali di confrontarsi con il mondo politico sui temi che interessano l’industria e il Paese

Come tutti gli anni, anche il prossimo convegno di Parma sarà l’occasione per gli industriali di confrontarsi con il mondo politico sui temi che interessano l’industria e il Paese. In (molti) paesi avanzati come l’Italia è ormai acquisito che il compito dell’impresa è essenzialmente quello di produrre ricchezza, e che questo fanno se la loro prima loyalty è verso gli shareholder. Compito della politica è invece individuare, e dell’amministrazione pubblica realizzare, le condizioni perché le imprese possano esprimere al massimo le proprie potenzialità, e perché i cittadini possano realizzare i loro individuali progetti in un orizzonte di equità, sicurezza, stabilità, e perché ad essi vengano assicurati i servizi che il mercato non fornisce.

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→  aprile 8, 1999


Gli annunci che i due contendenti per il con­trollo di Telecom pub­blicano sui giornali fanno ap­pello agli interessi individua­li. Ma sono in gioco anche in­teressi collettivi, a quelli de­ve pensare il Governo. Il quale si trova in una posizio­ne anomala: col suo 3,4% è ancora un azionista, ma, avendo deciso di uscire dalla gestione, non può giudicare su piani industriali. Per esse­re neutrale ha deciso di non partecipare all’assemblea. A ben vedere, la sola posizione neutrale sarebbe quella di non avere azioni in mano. Da un lato, per partecipare man­tenendo la neutralità, do­vrebbe immaginare quanti tra quelli che avrebbero comperato le azioni si pronuncerebbero oggi a favore delle misure antiscalata che Franco Bernabè sollecita; e si sa che non è neppure certo che, tra risparmiatori e fondi, si arrivi a mettere insieme il 30% del capitale. Se al con­trario votasse a favore delle misure antiscalata, sarebbe certamente contro lo sfidan­te.

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→  giugno 23, 1996


Ai nuovi governi, negli altri Paesi, si concedono i conto giorni di lima di miele; ai nostri si concede un solo colpo in canna: i loro primi atti ne marca­no successi o insuccessi, fortune o disgrazie. Differenza cui non è probabilmente estranea la trasversalità di certi temi rispetto agli schieramenti politici, con le forze liberalizzatrici disperse tra pds e fi, quelle centrastico-con­servatrici arroccate in rc e an. Così è stato per Amato e Ciampi, che riuscirono tirando bene li pri­mo colpo. Così accadde a Berlu­sconi, che lo fallì nello scontro tra entusiasmi da campagna eletto­rale e realtà sociale del Paese. Così fu per il governo Dini, mar­cato sul nascere dall’obbiettivo di annacquare il progetto di riforma pensionistica. Quanto al governo Prodi, è un governo politico con maggioranza politica, ma la rego­la – Maastricht in vista – vale anche per lui.

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