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→  luglio 23, 2010


intervista a Sergio Chiamparino

«La “T” del logo Fiat significa Torino. Se si ridimensiona, o peggio se si cancella, il ruolo di Torino, è la stessa Fiat a perdere di significato». Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, in una telefonata con l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha ricevuto qualche rassicurazione sul futuro dello stabilimento di Mirafiori, ma non per questo il primo cittadino indulge ad un facile ottimismo.

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→  luglio 15, 2010


Tra l’ostruzione dei cobas e le tentazioni della Fiat

Con la decisione di Marchionne di confermare l`investimento di Pomigliano, la partita è entrata in una fase nuova. In gioco non è più (solo) il futuro di 5000 lavoratori, ma il sistema delle relazioni industriali nel nostro paese. Una partita in cui, per la latitanza del governo, la Fiat è lasciata di fatto sola.

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→  luglio 11, 2010


Il partito di Bersani é stato troppo timido nell’accettare il patto tra Marchionne e i sindacati (Fiom esclusa) e il successivo esito del referendum

Pomigliano farà la Panda. Nonostante il deludente risultato del referendum, la Fiat conferma la decisione di investire. Ma perché all’impegno di applicare l’accordo corrispondano “modalità che possano assicurare tutte le condizioni di governabilità dello stabilimento”, come recita il comunicato Fiat, ci sono ancora nodi da sciogliere, normativi e politici.

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→  giugno 29, 2010


“Se non desta scandalo che il sindaco di Torino chieda a Sergio Marchionne di valorizzare gli stabilimenti della Fiat, non capisco perché sorprenda analoga richiesta a una grande banca”, dice Sergio Chiamparino. Una sua non felice intervista di Salvatore Tropea su Repubblica aveva strappato a Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell’associazione delle fondazioni bancarie, parole insolitamente vibrate. Non dovrebbe succedere con la seconda intervista sullo stesso tema, quella con Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera di domenica. Ma si ritrovano le ambiguità concettuali che fin dall’origine attraversano il discorso su politica, fondazioni e banche.

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→  giugno 24, 2010


di Pietro Ichino

Sul primo punto sollevato da Giorgio Conti e da altri lettori. Ho lavorato per quattro anni come sindacalista della Fiom-Cgil (in una zona della Brianza), poi per altri sei anni alla Camera del Lavoro di Milano, in mezzo agli operai e con una retribuzione pari alla loro. Conosco da vicino la fatica del loro lavoro. In seguito, il mio lavoro è sempre stato di natura intellettuale e non manuale; ma ho sempre lavorato per sette giorni alla settimana e per almeno dieci ore al giorno: ne è prova quello che ho fatto fin qui, e chiunque può controllarlo direttamente sul mio sito (www.pietroichino.it) e nell’Archivio dei miei scritti. Insomma, so che cosa è il lavoro.

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→  giugno 15, 2010


di Pietro Ichino

Mi sembra che un rifiuto di sottoscrivere l’accordo proposto dalla Fiat a Pomigliano dovrebbe trovare motivazioni diverse rispetto a quelle che vengono addotte dalla Fiom-Cgil, fondate essenzialmente sulle clausole in materia di malattia e di sciopero: clausole che mi paiono entrambe molto ragionevoli e comunque non contrastanti con la legge oggi vigente in Italia.

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