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→  maggio 9, 2020


di Franco Debenedetti e Natale D’Amico

“Sui tamponi bisogna cambiare strategia, aumentando il numero di test”. A dirlo è Gianni Rezza il direttore di infettivologia dell’Iss dopo la diffusione dell’appello per tamponi di massa lanciato il 5 maggio da Andrea Crisanti, Luca Ricolfi, Giuseppe Valditara e sottoscritto dai professori di Lettera 150. E questo non solo per la fase 2, ma in generale: perché, aggiunge Rezza, “il Veneto ha fatto molto bene, ha fatto molti tamponi sul territorio: va fatto così in tutta Italia. Bisogna fare tamponi anche ad asintomatici e contatti stretti”.

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→  maggio 5, 2020


Caro Direttore,
Se fossi un congiunto, verresti a trovarmi. Se venissi a trovarmi, sarei un congiunto.
Il congiuntivo e il condizionale.

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→  aprile 22, 2020


di Franco Debenedetti, Fabrizio Davide, Francesco Vatalaro e Alessandro Vizzarri

L’idea della app sul modello Singapore non è male, ma il nostro stato è all’altezza? Dubbi e spunti

Il tracciamento dei contatti e l’analisi dei dati promette di essere uno strumento efficace nel contenimento della pandemia di coronavirus. Sta contribuendo positivamente in Estremo Oriente e, in particolare, il modello sviluppato a Singapore ha attirato in Occidente l’attenzione per le sue proprietà che bilanciano efficacia e rispetto della privacy. Diversi Paesi europei stanno lavorando per procurarsi una soluzione tecnologica in tempi brevi ed è certo una buona notizia che anche l’Italia abbia imboccato con decisione questa strada. Per il successo di questa iniziativa, tuttavia, non solo si richiede un notevole sforzo organizzativo delle pubbliche amministrazioni, ma anche l’adesione convinta dei singoli cittadini e l’impegno di imprese e organizzazioni private. Non ci si può permettere di sbagliare: il senso civico, dimostrato in modo così sorprendente in tutto il Paese, pur scosso da questa grande tragedia, volgerebbe facilmente in sfiducia proprio nel momento in cui c’è bisogno di rimettere in moto le energie di tutti per la ripresa economica e la ricostruzione del tessuto sociale. E’ in questo spirito che si fanno le considerazioni che seguono.

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→  marzo 26, 2020


“È dagli anni ’80 che lo Stato si sente dire che deve mettersi sul sedile posteriore e lasciare il volante in mano alle imprese, lasciarle libere di creare ricchezza, intervenendo solo per risolvere i problemi quando emergono”. Così Mariana Mazzucato su Repubblica.
È da sette anni che la professoressa ci vuole convincere che Internet non l’hanno fatto migliaia di imprese e milioni di inventori, ma un organismo della difesa americana per avere un sistema comunicazione a prova di bombe; oppure che lo schermo touch è frutto dello stato imprenditore perché chi lo ha inventato stava studiando grazie a una borsa di studio pubblica.
Il suo strabismo non le consente di vedere che il PIL mondiale “dagli anni 80” è cresciuto 5 volte, che la quarta rivoluzione industriale e la seconda globalizzazione hanno tratto dalla miseria estrema più di un miliardo di esseri umani, di constatare che oggi “Capitalism, Alone!”: come dice Branko Milanovic, ci sono solo il capitalismo liberale-meritocratico in Occidente, e il capitalismo politico in Cina e dintorni.

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→  marzo 24, 2020


PER IL SOLE 24 ORE, NON PUBBLICATO

di Franco Debenedetti e Francesco Vatalaro

The Hammer and the Dance è il titolo di un articolo di Tomas Pueyo su Medium, in cui spiega le strategie contro il Coronavirus. Il martello è la strategia che ormai i paesi occidentali hanno abbracciato per invertire la curva dell’epidemia: distribuire gli ammalati su tempi più lunghi per evitare che il sistema sanitario ne sia stritolato. Il “martello” comporta il distanziamento sociale per tutti, l’isolamento domiciliare dei casi sospetti e la quarantena anche dei conviventi, la chiusura di scuole e università e via restringendo.

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→  marzo 19, 2020


di Franco Debenedetti e Natale D’Amico

Tutti i giorni leggiamo il bollettino di guerra, i numeri della nostra guerra contro il Covid-19. E ognuno cerca di estrarre dai numeri le risposte alle domande che ci assillano: come stiamo andando? I sacrifici che facciamo servono a qualcosa? Domande che a loro volta ne sottintendono una perlopiù inespressa: quando ne usciremo?

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