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→  gennaio 29, 2013


Intervista di Paolo Nessi

La ricostruzione storico-economica degli eventi non richiede particolari doti investigative: semplificando in maniera estrema, il Monte dei Paschi di Siena comprò, nel 2007, l’Antonveneta a 9,3 miliardi di euro (a cui si aggiunsero altri oneri per un miliardo) dal Banco Santander. Questi l’aveva acquistata solamente due mesi prima per 6,3 miliardi. Se l’immotivato prezzo aggiuntivo fu il frutto di una tangente o di considerazioni strategiche scriteriate, lo stabilirà la magistratura. Sta di fatto che l’operazione determinò un buco nelle casse dell’istituto che cerò di colmare, a livello contabile,con un altrettanto fallimentare operazione in derivati. Quel che ancora non è noto, è come è stato possibile che tutto ciò sia potuto avvenire.
Lo abbiamo chiesto a Franco Debenedetti.

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→  luglio 14, 2012


It´s a bird, it´s a plane, it´s Supermario”. Monti alla Rai, twittava tempo fa un uomo politico di primo piano del centrosinistra, per rivoluzionarla, rifondarla, delottizzarla. Monti dia un “segnale” sulle fondazioni, scrivono Roberto Perotti e Luigi Zingales, per “togliere l´humus di cui si alimenta il sottobosco della politica e del clientelismo”. Per gli uomini comuni, conviene precisare.

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→  giugno 1, 2012


Ronny Mazzocchi

Quando si tratta di questioni giudiziare, soprattutto se riguardano fatti e protagonisti di vicende finanziarie che sono stati messi alla berlina dai cosiddetti poteri forti, il tempo dell’accusa e della distruzione d’immagine è sempre infinito. Mentre quello della confutazione delle accuse e della riabilitazione non arriva quasi mai.

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→  dicembre 28, 2011


L’inizio sembrava un pranzo gratis, la fine potrebbe essere un imprevisto paradosso. Pranzo gratis quello delle banche che prendono a prestito dalla BCE liquidità al tasso dell’1%, comperano titoli di stato al 6% che dànno come collateral alla BCE, lucrando la differenza di rendimento. C’è moral hazard , né può essere diversamente: i titoli restano sui bilanci della banca, e quindi anche il rischio di default; ma, come osserva il Financial Times, le grandi banche di un paese che fa default falliscono comunque.

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→  novembre 9, 2011


Fosse solo per il signor Melani, che compera una pagina del Corriere per invitare “le molte persone che dispongono” di qualche ricchezza a comperare Bot e così salvare il Paese, la si può considerare una innocua bizzarria o un tollerabile esibizionismo: al massimo annotare che che l’idea di dare l’oro alla Patria non sembra il massimo per rassicurare la City, e voltare pagina. Ma l’idea è stata ripresa dalle grandi banche, che anzi sarebbero disposte in tal caso a rinunciare alle commissioni. E’ allora il caso di chiedersi: riacquistarsi il debito migliorerebbe o peggiorerebbe la situazione del Paese?

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→  novembre 8, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

L’usura è un delitto odioso: chi, in un momento di difficoltà, cade nelle spire degli strozzini, non ne esce più. Intervenga dunque lo Stato, punisca chi la esercita, aiuti chi ne soffre. La legge antiusura è una delle prime proposte del primo Berlusconi, nel 1994: prevede ben due fondi, uno di solidarietà per le vittime, uno per la prevenzione, poi li unifica, ci mette sopra un Comitato di solidarietà, istituisce nuclei di valutazione, sottoscrive protocolli di intesa. Nell’ultimo decennio i mutui erogati sono 175 milioni: ma il 40% deve essere revocato perché manca la prova dell’impiego, l’80% perché i recuperi sono marginali; sovente si constata “contiguità ambientale sociale ed economica tra usurato e usuraio”. Scatta la risposta “forte”: formazione, piano media, materiale pubblicitario, sito internet, numero verde.

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