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Archivio per il Tag »arte«

→  dicembre 13, 2014


di Pierluigi Panza

È un errore piccolo piccolo, scoperto grazie all’ex senatore Franco Debenedetti, ma…anche i tedeschi non sono perfetti. È successo l’altro ieri al presidente della Repubblica Joachim Gauck nel discorso all’«Italian-German High Level Dialogue». «Ogni volta che entro nel mio studio a Schloss Bellevue – ha detto – assisto a un dialogo italo-tedesco: alla parete è appeso uno splendido quadro dell’italiano Canaletto che ritrae Dresda. Girandomi, posso ammirare il Paesaggio italiano del tedesco Adolf Friedrich Harper». Ma il quadro in questione è una Veduta di Dresda da sotto il Ponte di Augusto dipinta tra il 1751 e il 1753 non da Canaletto ma dal nipote Bernardo Bellotto (nella foto, una sua raffigurazione di Dresda). C’è da dire che Bellotto, dal 1747 pittore di corte presso l’Elettore di Sassonia, nei primi tempi sfruttò il nome del celebre zio.


Una voluta omonimia a ravvicinare la fredda trasparenza dell’aria di Dresda al caldo vibrare dell’atmosfera della laguna? Oppure il sotterraneo influsso del clima dell’incontro, in cui si è discusso di realtà e di rappresentazioni, di radici comuni e di interlocuzioni difficili, di passati ideali e di recenti contrasti?
(F.D.)

→  novembre 16, 2011


Sadiesfaction
Seduzione, economia, arte

di Angelo Capasso
Due Punti Edizioni
2011, pp. 315


Intervento di Franco Debenedetti alla presentazione del libro

Rispetto al mondo economico, l’artista può essere soggetto od oggetto. Soggetto lo è in quanto produttore di un’opera che ha un valore, che entra nel mercato dove viene scambiata, in competizione con altri oggetti. Questa destinazione è presente nella mente dell’artista, che si pone in relazione con i potenziali acquirenti e con il sistema in cui essi operano. Lo era quando il pittore oleografico accarezzava i gusti più retrivi dei suoi potenziali clienti, lo è per l’artista di avanguardia che con la sua opera vuole rivoluzionare i rapporti sociali in cui si inserisce e i meccanismi di mercato attraverso i quali la sua opera può essere conosciuta. Questo perché l’opera d’arte intende darci una visione del mondo diversa da quella usuale, sia che voglia pacificare e rassicurare, sia che voglia rivelare e inquietare.

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→  gennaio 23, 2011


di Arnaldo Benini

All’inizio del secolo scorso Arnold Schönberg era certo che da lì a cinquanta anni la sua musica sarebbe stata fischiettata per le strade. Anche la musica di Beethoven, diceva, non fu capita fino al successo di Freude schöner Götterfunken. Schönberg è morto quasi sessanta anni fa e la musica dodecafonica sua e di Theodor Adorno, quella concreta di Karlheinz Stockhausen, i collage di rumori di Pierre Henri, le composizioni di Alban Berg, di Pierre Boulez non trovano accesso alla cultura di massa. Se si suona quella musica, hanno scritto i musicologi Christoph Drösser e Alex Ross, le sale si svuotano.

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→  gennaio 8, 2011


di Alessandro Baricco

Alle volte la storia della cultura diventa un enigma di tale eleganza da rendere incomprensibile l’ istinto dei piùa occuparsi di altro. Per rimanere a questioni del tutto marginali, ma su cui ci giochiamo la nostra identità, una cosa che è diventata ormai difficilissima da capire, ad esempio, è il rapporto che c’ è tra noi e la modernità novecentesca (chiamiamo infatti moderne cose che nascevano quando morivano i padri dei nostri nonni). Il problema, paradossale, è che spesso il pubblico non ha ancor digerito delle novità che nel frattempo sono diventate reperti del passato. Ciò che è moderno non è più contemporaneo ma è ancora traumatizzante. Che senso ha? È come se fossimo ancora lì che cerchiamo di imparare a usare il magnetofono, senza riuscirci. Ha senso insistere,oè meglio passare direttamente all’ Ipod?

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→  maggio 26, 2010


Una raccolta di oggetti augurali progettati
da Lorenzo Prando e Riccardo Rosso
per Franco Debenedetti.

Fotografie di Santi Caleca

Saggio introduttivo di Federico Vercellone

Editore 22 Publishing
Anno di pubblicazione 2010

→  marzo 8, 2010

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Il Caravaggio restaurato suggerisce di avviare meccanismo d’asta per assegnare ai privati il recupero di opere e documenti. Pensiamo a un portale

A Caravaggio è andata bene: è bastato che Marco Carminati, sul Sole 24Ore del 9 Febbraio scorso, desse l’allarme, segnalando il rischio di perdere documenti che testimoniano della sua arte e della sua vita, quando basterebbero 2500€ per restaurare ciascuno dei trenta volumi in cui sono raccolti, perché scattasse una gara di generosità: imprese e privati cittadini si sono offerti per sostenere l’operazione di restauro.

E gli altri?

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