Rete telefonica. La soluzione inglese

aprile 12, 2007


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali

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Caro Romano,
per risolvere il problema della rete telefonica, adesso si parla molto della soluzione inglese, e si cita Openreach. Fino a poco tempo fa, anche autorevoli commentatori pensavano che quella adottata dalla Gran Bretagna fosse una separazione societaria, e sembrava pedanteria replicare puntigliosamente che si tratta invece di una separazione funzionale, che riguarda il cosiddetto ultimo miglio e non tutta la rete.

Almeno questo ora pare acquisito. Ma è subito nato un nuovo equivoco, su come implementare la soluzione: si dà per scontato che non esista altro modo per realizzarla che imporla per legge. Tanto radicata è da noi la propensione al costruttivismo giuridico. Openreach invece non è il risultato di una legge, ma di un contratto, proposto da British Telecom, cioè dal regolato, e accettato dal regolatore Ofcom.
La differenza è sostanziale. Il clima collaborativo di un contratto liberamente sottoscritto, specie in casi intrinsecamente controversi, è più efficiente (oltre che più ”civile”) di quello prescrittivo dell’imposizione per legge. Ma soprattutto la legge ha una rigidità molto maggiore di un contratto: ed è proprio facendo il bilancio tra i costi certi e irreversibili della separazione societaria e i benefici incerti che potrebbe portare, in un settore in cui la tecnologia ridisegna di continuo mercati e aziende, che già nel Novembre 2003 l’OCSE suggeriva soluzioni del tipo Openreach al problema dell’ultimo miglio.

Franco Debenedetti

Risposta di Sergio Romano

Contratti di questo genere funzionano al meglio dove il capitalismo è forte, lo Stato autorevole e i due interlocutori sono legati da un rapporto di reciproca fiducia. Sono più difficili là dove ciascuno dei due è debole e diffida dell’altro.

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