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Registrare ogni operazione contabile un onere e un disagio collettivo

Pubblicato il 26/11/2011 @ 09:49 in Corriere Della Sera,Giornali


Caro Direttore,

i sistemi di contabilità nazionale (SEC 95, comma h art. 1.13) impongono a tutti i Paesi di stimare e di contabilizzare nel PIL anche “l’economia non osservata”. Non è dunque esatto quanto scrive Milena Gabanelli (Ecco perché va limitato l’uso del contante, Corriere della Serra del 24 Novembre, pag 35) che “il sommerso non [vada] a far parte del rapporto debito PIL”; quindi non è vero che esso concorra a far sì che “gli investitori [siano] disposti ad acquistare i nostri titoli di stato solo a un tasso di interesse pari a più del triplo di quanto pagano gli inglesi o i tedeschi”.

A formare l’economia non osservata concorrono attività legali – non registrate per evitare di pagare tasse e contributi – informali di minima entità – occasionali o basate su relazioni personali senza contratti formali – illegali – proibite o effettuate da operatori non autorizzati. La contabilità nazionale italiana, al pari di quella degli altri paesi europei, esclude l’economia illegale; quello che l’Istat stima é il cosiddetto “sommerso economico”. Nel 2008 il suo valore aggiunto era stimato tra i 255 e i 265 miliardi di €, (dal 16,3% al 17,5% del PIL). Non si può però dedurne meccanicamente le imposte che verrebbero recuperate: una buona parte di quelle attività non riuscirebbero a sopravvivere se sottoposte al normale regime fiscale.

Nel proporre di limitare l’uso del contante si deve tener conto del costo di registrare svariati miliardi di transazioni. Sarebbe un contributo positivo al PIL contabile. Ma proprio coloro che, sulle orme del discorso che Robert Kennedy tenne all’Università del Kansas nel 1968, ritengono che il PIL “misuri tutto eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta” dovrebbe chiedersi se essa diventi più o meno libera, dunque più o meno degna, quando si sa che ogni proprio atto economico, anche il più personale e il più minuto, “emerge”, registrato e trascritto. E chiedersi se il risultato di avere quel pezzo di PIL misurato anziché stimato non finisca, come diceva Kennedy, a “dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani”.

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di Milena Gabanelli – Il Corriere della Sera, 24 novembre 2011

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